sabato 29 novembre 2008

À la recherche du temps d'école.

(Ricordi della “squola”)

Voi dite che c’è un errore nel titolo?

No! È esatto, perché l’ho sempre scritta così. Difatti la maestra mi dava sempre “O. S.”, ch’io e i miei genitori intendevamo, fieramente, “Ottimo Scolaro”.

Al nono anno di prima elementare non capivamo perché io fossi sempre in prima e gli altri alle … superiori. Le chiedemmo spiegazioni e ci disse che equivaleva ad “Ottimo Somaro”.

Al momento non capimmo bene anche perché avevo solo due gambe e neanche la … coda, neppure di paglia; poi ce lo spiegarono altri, e qua finì la mia carriera scolastica.

Dopo alcuni decenni conobbi Gianni Z…, che in comune con me aveva qualcosa. Aveva fatto per 10 anni la prima, e per questo ricevette pure un premio per il record raggiunto: gli diedero tanto di passaporto e lo inviarono in Svizzera a lavorare!

Sicché, essendomi fermato al nono anno e non avendo battuto il suo record nazionale … rimasi senza … premio.

Poi giunse il tempo del militare e mi inviarono con gli alpini come conduttore di … muli. Pensavano che tra quadrupedi ci si potesse intendere, data l’affinità parentale.

Io non potevo soffrirlo; e lui, il mulo, invece mi s’era affezionato e mi seguiva ovunque. Forse m’aveva preso per un’asina; ma essendo un mulo non si poteva addossargli … colpa alcuna.

Sicché il Signor Capitano, vedendo la mia idiosincrasia per la bestia e le nostre … beghe sui sentieri alpini, era solito dirmi: “Sei un gran salame!”.

Ovviamente da noi il salame lo si fa buono, per cui, essendo il salame buono, ne andavo assai fiero; ed ero felice pure quando i commilitoni me lo ripetevano.

Infine mi congedarono e, accomiatandomi, il Signor Capitano mi disse: “Sam, non sa quanto sono felice di non avere più tra i piedi un salame casinista come lei!”.

Forte dell’esperienza scolastica precedente stavolta capii velocemente, anche se tardi.

Solo il mulo “ragliò” divertito e immalinconito per la mia partenza!

Poche tempo fa, appena dopo il D.L. 137, mi giunse il Beppe, noto cameraman professionale, per intervistarmi su dei datati ricordi “squolastici”.

Il Beppe, da tutti conosciuto solo così, è un tipo timido anche se per la sua professione non si direbbe.

Ha una collezione notevole di maglie di moltissimi giocatori di calcio di Serie A, compresi tutti i campioni; maglie autentiche, ovviamente, che gli sono state donate dai giocatori stessi.

Lui non è molto alto, fa spesso jogging, capelli lunghi scuri alla … femminuccia con barba e … mamma giunonica e alta due spanne più di lui. Tradotto il tutto in percentuale lui è il 50% di Franchina.

Alcuni amici si chiedono, ridendo, perché tutti la chiamino così e non … Francona.

Venne e mi disse: “Sam, tu sei forte e vorrei intervistarti sui tuoi ricordi di scuola!

Ovviamente il vedermi davanti tale aggeggio (telecamera) mi mandò su di giri e pensai che forse sarei diventato … importante e … famoso: doveva essere il mio colpo della … fortuna. Perciò accettai di buon grado.

Cominciò così la mia ora di … gloria!

B: Ti ricordi della tua maestra?

S: Certo! E come non potrei?

B: Me la potresti descrivere?

S: Ovviamente! Era minuta, circa 155 cm, carina, capelli neri con pettinatura a caschetto, sempre elegante con gonna scura che gli copriva le ginocchia; non l’ho mai vista con i pantaloni.

B: Com’era con voi ragazzi?

S: Come una mammina; sempre disponibile e attenta a che non combinassimo pasticci. E per premiarci ogni tanto ce li portava lei; per cui noi anche solo con uno ciascuno eravamo al settimo cielo. Sai, Beppe, erano tempi in cui si era felici con poco!

B: Allora ti ha seguito per 5 anni?

S: No! Per 9!

B: Non capisco! Come mai 9 se le elementari sono 5?

E qui cascò l’Asino. Mi ingarbugliai un po’; ma mi ricordai del mulo ch’era più intelligente di me e, per prender tempo, feci finta di non capire. D’altronde ero davanti alla telecamera e non potevo fare una figura barbina come in passato con “O. S.” e “salame”.

S: Sono sicurissimo e non mi sono sbagliato! L’ebbi per 9 anni di fila!

B: Scusa, ma qualcosa non quadra. Non voglio contraddirti, ma solo capire. Se le classi sono 5, come ha potuto essere con te per 9 anni?

S: Perché era talmente brava ed affezionata a noi che mentre faceva la maestra studiava ancora. Per cui dette gli esami e passò professoressa salendo di grado. Perciò: 5 da elementari, 3 di medie e 1 di ginnasio. Poi si sposò ed andò ad abitare altrove, per cui ottenne il trasferimento.

B: Grazie! Ora capisco! Insomma: sei stato soddisfatto di lei?

S: Certo! E come non avrei potuto esserlo con una tale brava maestra?

B: Capisco! Ora dimmi: sai cos’è il 137?

S: Come non potrei? 1 sono io, 3 siamo in famiglia e 7 i giorni che debbo lavorare per mantenerla!

B: Io intendevo il nuovo decreto ministeriale; ne sai qualcosa?

S: Non mi sono mai interessato delle cose più grandi di me!

B: Te lo spiego brevemente: prima si davano i giudizi ed ora si daranno i voti. Condividi?

S: Sinceramente avendo sempre avuto il giudizio “O. S.” avrei preferito che si proseguisse con il giudizio; ma essendo fuori da tempo mi sta bene pure così?

B: Scusa Sam: mi hai detto “O. S.”?

Mi accorsi in tempo che l’asino era cascato nuovamente, ma con freddezza superai la defaillance all’istante.

S: Certo, proprio così! O sta per ottimo; poi devi sapere che lei dopo il voto metteva sempre le iniziali del nostro nome, per non confonderci con altri quando li leggeva. Perciò significava: Ottimo Sam!

B: Capisco! Senti, vi insegnava pure canto?

S: E come no! Noi seguivamo Carosello perché, allora, poi ci mandavano a letto. Per cui avevamo una predilezione particolare per una canzoncina.

B: Me la potresti dire?

S: Le stelle sono tante milioni di milioni, la stella di Gelmoni vuol dire … qualità!

B: Forse ti sbagli e volevi dire Negroni!

S: Ora che me lo ricordi sì! Sai, sono passati tanti anni e i nomi non sono stati mai il mio forte.

B: Cantavate pure anche altre canzoni?

S: Certo; però tante le ho dimenticate.

B: Ne ricordi un’altra e cosa diceva?

S: Una sì; però non ricordo più la musica! Diceva: Stella, stellina, tu sei la più piccina e brilli sempre come una lucciolina; e nella buia notte sei la nostra bella lucina e sempre sei a noi assai vicina!

B: Sam, sei sicuro di non sapere nulla del D.L. 137? Sai, mi pare che ti voglia prender gioco di me e del telespettatore!

S: Ma se te l’ho detto prima cosa mi ricordava tale numero.

B: Ora dimmi: andresti ancora a scuola volentieri con le maestre attuali?

S: Certo, anche perché oggi mi paiono molto meglio e meno castigate di un tempo.

B: Insomma ti piacerebbe tornare bambino e sul banco di scuola?

S: Bambino no, sul banco di scuola sì! Infatti, troverei bello essere preso in braccio da una giovane e bella maestrina per essere coccolato e vezzeggiato. A te no? Però, scusa, dimenticavo che tu hai già Franchina.

B: Cambiamo discorso! Il cognome Gelmini non ti dice niente?

S: Veramente no! Mi pare il diminutivo di Gelmo. Non è che per caso sia sua figlia?

B: Ma tu, scusa, non guardi la televisione?

S: No, Beppe, e per un semplice motivo: non ce l’ho!

B: Allora vorresti farmi credere che tu sei uno di quelli che non la guarda? Mi vuoi fregare? Tutti ce l’hanno e la guardano.

S: Io no! Se vuoi puoi venire a rovistare in tutta la casa. Lo faccio perché la mia brava maestra diceva sempre: “Bambini, guardate poco la televisione; che poi vi crea problemi agli occhi e vi rimbambisce il cervello!”. Ed allora ho sempre dato retta al suo insegnamento. Diversamente come avrei potuto prendere sempre “O. S.”?

B: Mi sa che per oggi basta. Grazie della collaborazione, Sam!

Passano alcuni giorni e la trasmissione va in onda. I conoscenti mi fermano per strada e si complimentano con me.

Incontro pure un coetaneo che mi saluta, ride e mi dice:

Scusa, Sam, ma noi non avevamo per maestro Don Giovanni? Non ti ricordi? Perché hai descritto così bene la tua maestra se lui era un prete?”.

S: Che vuoi che ti dica? Sono passati decenni e non me lo ricordo affatto. Poi col Beppe davanti, che ha i capelli lunghi, la telecamera, le luci e … l’emozione forse sarò andato in tilt. L’avrò scambiata con quella dell’asilo o del … catechismo.

Detto ora, dopo averci meditato: forse ho meritato ancora O. S., forse mi sarò sbagliato o, forse, l’età mi starà facendo un brutto scherzo con la memoria.

Sarà stato uomo o donna?

Ma, allora, eravamo tanto tonti che mangiavamo ancora i … cavoli, per cui tutto è possibile, compreso il confondere il maestro con la maestra. Entrambi, dopotutto, portavano la … gonna!

Per cui tutto è possibile.

Maintenant il me vient un doute atroce: j'aurai fait pour 9 ans la premier élémentaire ou je me trompe aussi sur celui-ci? Peut-être comme elle sera allée ?

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