domenica 15 gennaio 2017

Candida Neve.


Candida neve, che i miei lenti passi contrassegni,
tardivi come il tuo sparuto e tardo imbiancare;
che da lungi i bimbi, vogliosi, amavan vedere,
nel tuo volteggiare leggiadro nel gel stagionale.

Dalla cascina il guardo osserva il tuo bianco velo,
ch’ogni impurità umana cela al viandante romito,
velando pure il futuro, che bianco sarebbe radioso,
ma che il buio radente rende incerto e dubbioso.

Il tardo sole di Giano abbacinante t’illumina solo,
ma immota nel gel ti lascia riverberare lontano,
vestendo lo smeraldino ginepro come i pinguini,
che goffi solcano il ghiaccio d’un mare lontano.

Pure il lago, laggiù, ha cambiato in valle il vestito,
qual campo che cela al tepore il germe del grano.
Un niveo biancore aggrazia ovunque ogni cosa,
qual candida sposa che il talamo attende vogliosa.

Le mie grevi membra non sai nondimen riscaldare,
perché il tuo mantello m’acceca alla vista il futuro.
Insensibil al fato cammino apatico verso la meta,
bramando con gioia ciò che Dio mi avrà già fissato.