domenica 28 dicembre 2008

Le discrepanze della politica.

L’Italia, ufficialmente, è una nazione cattolica. Questo per quanto riguarda l’ufficialità.

Poi, a ben guardare, bisognerebbe riscrivere l’ufficialità in:

L’Italia è una nazione formatasi su una cultura a matrice cristiana!

Difatti solo meno di 1/3 della popolazione è realmente praticante. Ciò significa che i Valori portanti si sono diluiti e sono stati sostituiti da altri nei più.

Abbiamo, perciò, una società in evoluzione, o, se si preferisce e usando le parole di un amico esperto sociologo, una società in cerca di una nuova identità.

La stessa cosa sta avvenendo anche in politica: nuovi assembramenti, tentativi di amalgama, promesse di Costituente un po’ in ogni raggruppamento e molte posizioni, assai distanti tra di loro, che per opportunità elettorale, organizzativa, o di bacino di utenza, cercano un confronto sulla possibilità di coagularsi su una nuova ideologia sociale.

A dx abbiamo avuto il PDL, ancora in formazione ideologica e assembrato attorno ad una leadership basata sull’individualismo decisionale, ma carente (assente) sul piano culturale.

A sx abbiamo avuto un abbozzo di nuova identità, il PD, tra due ideologie principali oggettivamente antitetiche: massimalista e cattolica di sx. E come stia andando lo sanno tutti, persino Veltroni che ha bruciato sull’altare delle elezioni il suo futuro con l’unione al movimento populista di Di Pietro.

Poi vi sono altri piccoli raggruppamenti sparsi un po’ ovunque, dove l’ideologia è un optional inesistente e sconosciuto e dove il procedere a vista su interessi corporativi e settoriali è la regola principale.

Costituente che vuol dire?

Il cercare di “costituire” qualcosa di nuovo che prima non c’era.

Perciò, per attuarla, servono alcune cose di non poca importanza:

a) Una nuova ideologia[1] sociale in grado di assembrare intorno a sé più persone possibili.

b) Menti elevate che abbiano già chiara l’esigenza civile e le necessità esistenziali del popolo, onde poterle incanalare in un civile e pacifico costrutto politico. In pratica l’essere già radicalizzati nel tessuto sociale.

c) Gli uomini in grado di portare avanti un nuovo processo politico, perciò una struttura ramificata sul territorio.

d) Un leader capace di concepire l’ideologia e di comunicarla al popolo: un carismatico.

La Costituente, dunque, se vuole essere realmente tale deve dimenticare[2] il passato e puntare solo al presente e al futuro: essere una “Cosa nuova[3] generata dal sincretismo di più esigenze politiche e culturali.

Una costituente, inoltre, non può essere una lobby, né una corporazione. Perciò deve essere il faro per la maggior parte possibile della popolazione; in pratica non può puntare ad essere una forza minoritaria, ma egemone in prospettiva.

Ne consegue che i cattolici, se, come sembra[4], vorranno implementare nella società un nuovo soggetto politico, dovranno ideare un sistema sociale e non confessionale, essendo minoranza: cercare convergenze tra i movimenti laici basati sui valori.

Cosa serve innanzitutto?

Semplice: la disponibilità di tutti a fare due passi indietro e a confrontarsi senza alcun pregiudizio o condizionamento sulla possibilità di una nuova forma di coesistenza sociale, perciò politica.

E qua sono vocati tutti a dare il loro contributo: intellettuali, politici, esponenti istituzionali, attivisti, religiosi, filosofi, sociologi e … semplici cittadini.

Serve, dunque, un nuovo modo di fare politica: essere, nella Costituente, Istituzione e non partito!

Chi vuole far parte di una costituente non può trascinarsi dietro il passato, ma se lo deve dimenticare facendo tesoro dell’esperienza avuta; e i cattolici debbono dimenticarsi la DC.

Non ci sarebbe nulla di peggiormente[5] negativo che il pensare di ricostituire i vecchi schieramenti politici, magari variandoli nel nome e mondandoli della zavorra (marciume) che li ha appesantiti, specialmente se a rappresentarli alla dirigenza fossero gli stessi uomini.

L’inconsistenza ideologica del PD e del PDL sta, appunto, nell’aver creato una nuova entità conglobando soggetti diversi senza prima aver creato un indirizzo chiaro, se non quello puramente opportunistico di facciata.

Si è operato come se nel costruire materialmente una casa si partisse dal tetto invece che dalle fondamenta.

Vi sono perciò discrepanze nette, oggi, tra il cittadino (esigenze) e il politico (operatività), considerato pure che la maggioranza dei politici italiani non sono tali per vocazione, bensì per professione.

E qua c’è l’imbarazzo della scelta: interessati, faccendieri, populisti, carrieristi … e arrampicatori sociali, sia tra quelli in Parlamento che tra gli altri, che lo furono o che stanno nelle realtà territoriali.

Ciò non mi sembra che sia un grande valore morale, appunto perché l’uso dell’apparato pubblico dovrebbe imporre una moralità operativa oltre che etica, perciò comportamentale: il donarsi per tutti.

Bene comune” oggi non si sa più cosa sia, se non la somma matematica di tante pulsioni ed interessi sociali che, si pensa, possa, come le Borse, trovare prima o poi un proprio equilibrio cosmologico d’assestamento.

In campo internazionale guerre (non solo materiali) utili agli interessi spicci dei potenti (benestanti, ricchi) a scapito della vita dei semplici e dei poveri; in campo nazionale conflitti sociali che depauperano gli stessi valori difesi e i beni di tutti, e per rendersene conto basta guardare gli scioperi selvaggi nel campo dei trasporti o dei servizi.

Perché, diciamola tutta, oggi chi grida maggiormente e crea casino è, alla fine, quello che arraffa di più.

Siamo nell’uno contro l’altro tanto nella vita politica quanto in quella sociale: vige la legge della giungla dove le regole esistono sì sulla carta, ma sono disconosciute in realtà nel rimpallarsi delle responsabilità.

Molti parlano di Costituente di Centro.

Ha senso oggi parlare di Costituente di Centro quando questa ha per priorità l’ideare un nuovo sistema di cose?

Perché se la risposta è “sì!”, allora avremo tante costituenti politiche che saranno ancora il frutto semplice di tante lobby e corporazioni: al centro, a dx e a sx. Torniamo ai vecchi partiti o ai nuovi assembramenti/fusioni politici di recente memoria. Un modo vecchio di fare politica per non … cambiare!

E se i cattolici lo credono possibile (e se la vogliono fare) sappiano solo che si barricano, come minoranza sociale, alla pura difesa dei loro Principi e Valori, con la conseguenza pratica che saranno sempre di più minoranza e mai maggioranza: un gruppuscolo confessionale!

Una Costituente non è mai di centro, come non lo è il vero Politico; perché il suo dovere è quello di “personificare” negli interessi generali la Società, salvaguardando il diritto di tutti a coesistere pacificamente nel rispetto vicendevole.

Perciò il fatto di definirsi, oggi, di dx, di sx o di centro mi lascia estremamente perplesso, specie se poi si propugna nelle parole, non sapendo come realizzarla nei fatti, la necistà di una Costituente.

Forse è giunta l’ora di superare gli steccati, di togliersi le etichette, di strapparsi dalla pelle le appartenenze e i riferimenti[6] più o meno settari.

Perché, per chi oggi non l’ha ancora capito, questa è la vera esigenza e impellenza morale che crea danni, divisioni e attriti nella società.

Il bi-leaderismo, il bipartitismo e il presidenzialismo da dove vengono? Sicuramente non dalla vera democrazia[7], ma solo del prevalere di una forza sull’altra nel semplice computo dei numeri, quindi dell’essere schierati. E non mi sembra che nell’obbligo (imperativo categorico) del cristiano, la Carità, vi sia il dovere di schierarsi, anzi!

E se si vorrà utilizzare tutte quelle forze (e intelligenze) non solo cattoliche, ma anche laiche e moderate, che sono il nerbo fattivo della società, isolando gli opposti estremismi, non si potrà fare a meno che il concepire la Costituente quale Istituzione, a cui tutti quelli di buona volontà sono chiamati a collaborare.

È, questa, la base ineludibile di partenza.

Solo in questo modo si creerà, poi, un partito vero che non sia un’aggregazione elettorale di cartello, come è avvenuto nelle ultime tornate elettorali.

I veri Valori e Principi non si impongono nel credere confessionale, bensì nel far comprendere a tutti, con una dialettica costruttiva, l’importanza degli stessi. Innanzitutto nel confronto politico, poi nella scuola, nella famiglia e nella società.

E, se mi è concesso, se la Chiesa oggi ha perso per strada oltre il 2/3 dei praticanti è unicamente perché si è arroccata attorno all’altare, anziché dialogare e confrontarsi nella società civile. Non ha saputo comunicare!

E, forse, non è poco più di un caso se certi scandali finanziari, che hanno coinvolto istituzioni e strutture economiche della chiesa[8], siano avvenuti contemporaneamente[9] al crollo del partito confessionale.

Il Centro ci deve essere per forza anche e soprattutto restando cattolici fino in fondo.” Così scriveva giorni fa un amico nel suo breve post.

Mi sta bene il Centro se viene inteso come la possibile casa aperta a tutti.

Perché forse, molti, il Vangelo (Bibbia) lo leggono poco o non l’hanno letto (compreso) mai, scambiandolo con la messa domenicale o con la frequentazione di sacrestie.

Ed è ovvio che con tale mentalità si pretendano solo diritti, mai assumendosi i doveri.

Voglio la famiglia, la vita, lo stipendio, le comodità, il benessere, il piacere … il seggio in Parlamento, la Costituente … e via dicendo.

Però: sappiamo come realizzare ciò o lo demandiamo sempre ad altri?

Perché, in tal caso, è ovvio che non si concepisca il diritto come l’esigenza del vivere nel rispetto del diritto altrui, ma solo come prerogativa esistenziale egoistica e individuale.

La Costituente è il dovere del diritto!

Il concepire, l’operare e il costruire un modo nuovo del sistema sociale.

Chi vuole produrre una Costituente deve perciò: avere gli uomini, trovarsi un leader e radunare le menti pensanti per produrre un migliore sistema sociale.

E se a qualcuno pare poco, si metta subito all’opera giacché il tempo scorre inesorabile verso orizzonti di per sé già bui per la profonda recessione economica in atto.

La Storia ci insegna che le grandi recessioni hanno prodotto spesso, anche se non ovunque, tanti totalitarismi, comunemente enunciati nel lemma fascismi, siano poi stati di dx o di sx.

Ciò, normalmente, avvenne perché la politica perse il suo ruolo guida alla salvaguardia del Bene Comune della società, fossilizzandosi esclusivamente su interessi di parte.

Anche l’integralismo e il fondamentalismo religioso producono totalitarismi e se qualcuno ha dei dubbi si legga la storia e, se non lo vuole fare, guardi all’Iran attuale e al terrorismo islamico internazionale.

L’esigenza di una Costituente, perciò del promuovere un modo nuovo di fare politica mi pare venga percepito più dalla base che dalla dirigenza politica.

Il cercare di portare il politico di vertice verso una Costituente può essere utile; ma se poi questi non ne vede l’utilità, allora è meglio che la base vada per i fatti suoi, trovando in sé stessa le forze nuove capaci di realizzarla.

Diversamente si saranno fatte molte parole (auspici) senza produrre alcun fatto.




[1] - L’ideologia va intesa nel suo vero significato positivo e non concetto negativo di quando questa degenera.

[2] - Scindere la sua “esperienza” originaria da quella futura: non essere una semplice rielaborazione.

[3] - L’intuizione iniziale di Savino Pezzotta a seguito del Family Day.

[4] - Almeno nelle aspirazioni.

[5] - Ho usato appositamente questo avverbio per dare assoluta negatività a tale eventualità.

[6] - Sono di Tizio, di Caio, di Sempronio; faccio riferimento a X, Y, Z!

[7] - Intesa non come forma di governo, ma come essenza della dialettica che porta poi, nel risultato ottenuto, alla condivisione comune.

[8] - Evito di citarne per … amor di patria.

[9] - Negli ultimi decenni.

1 commento:

Giuseppe Sbardella ha detto...

Ciao Sam, concordo praticamente in tutto. A me non piace parlare di Centro perché appunto occorre partire dalla analisi dei fatti e dalla successiva proposta di soluzioni operative per raggiungere determinati obiettivi consentanei con precisi valori di riferimento, non sedersi in una posizione politica geografica.
Non bisogna ricostruire la DC, che vorrebbe dire cambiare gli occhiali ma mantenere una certa visione, bisogna cambiare gli occhi, rileggere i valori cristiani alla luce della nuova realtà del III millenio.
Ma questo è molto difficile e le persone preferiscono seguire strade consolidate che però sono ormai inutili.
Non so se ce la faremo, ma vale la pena di combattere questa battaglia, siamo pochi ma agguerriti.
Buon 2009,