ovvero:
La tragedia dell’Ue che al Popolo non si dice.
Il vertice Ecofin di ieri ha spostato nel tempo la questione degli aiuti alla Grecia, fissando un nuovo incontro per lunedì prossimo 26 Novembre.
Tutti sono fiduciosi che una (non “La”) soluzione verrà trovata, anche se il contributo è ormai lievitato dai 32 mld di € precedenti ai 44 attuali.
A molti forse sfuggirà il perché di questo continuo temporeggiare che ha portato il Paese ellenico alla distruzione non solo economica, ma anche sociale.
Sta di fatto che pure la famosa Troika (Ue, Bce, Fmi) non trova più, al suo interno, identità di vedute non solo su come salvare la Grecia, ma, soprattutto, su come risollevarla dai guai in cui la Troika stessa, con le sue continue consulenze e ispezioni, l’ha ridotta.
Christine Lagarde si è messa di traverso in seno alla Troika, rifiutandosi di spostare in avanti di altri 2 anni il termine del rientro greco Debito/Pil al 120%: 2022 invece del 2020.
Perché? Perché altri 2 anni costerebbero a tutti almeno altri 35 mld di € che nessuno non dico non ha, ma che nessuno in questo periodo vorrebbe scucire.
I problemi della Grecia non sono comunque finiti con questa semplice diatriba, proprio perché, nonostante la recente ristrutturazione (haircut) del 75% del Debito Sovrano, lo stesso debito è tornato ad assestarsi al 185% del Pil, raggiungendo la pregevole cifra di circa 400 mld.
Tutto ciò nonostante i draconiani tagli ai dipendenti statali, agli stipendi, alle pensioni, alla sanità, all’istruzione, alla difesa e a … tutti gli altri apparati statali.
La Grecia da tempo è commissariata dal Vertice Ue che usa come suo braccio operativo “armato” la Troika.
Da quando la Grecia ha dovuto chiedere aiuto all’Ue i suoi sono governi fantoccio, sia che siano di dx o di sx, oppure di coalizione.
Chi decide non è il Governo o il Parlamento greco, bensì l’Ue; la Troika sarebbe l’“esperto consulente” che dovrebbe guarire il malato. Però più che farlo guarire lo ha condotto in metastasi avanzata.
In pratica la Democrazia è da molto tempo morta in Grecia e i governanti locali hanno solo il ruolo di ratificare, prima, e imporre, poi, le penitenziali manovre correttive.
La Grecia ha perso non solo la sua sovranità, non è solo diventata una colonia dell’Ue (Merkel), ma è stata ridotta in stato di schiavitù.
Il Pil greco è crollato ufficialmente a quasi -8%. Ciò significa che i tagli, le tasse e i licenziamenti, non solo hanno ridotto il reddito procapite e il tenore di vita, ma hanno diminuito pure il Pil. Per cui, crollando il Pil, il debito esplode verso l’alto, anche perché nonostante la spaventosa pressione fiscale le entrate sono costrette a calare progressivamente.
Se non si lavora, se non si produce, se non si riesce neppure a campare sino a fine di mese nonostante i sacrifici, è ovvio che a reddito basso – o a zero – le entrate, pur essendo le imposte elevatissime, siano prossime allo zero.
Lo scorso hanno il Pil greco è sceso a -5%; perciò quest’anno si è incrementato di quasi il 60%. Sono cifre spaventose che dovrebbero indurre gli strateghi finanziari Ue a rivedere sostanzialmente il loro incedere.
Simultaneamente il Debito è esploso nuovamente, soprattutto perché il costo del danaro è talmente alto d’aver raggiunto spread da strozzinaggio usuraio.
L’ottimismo mediatico comunque non manca: la Grecia è sulla buona strada, la Grecia ha recepito le direttive della Troika, la Grecia ha fatto i sacrifici necessari e ineluttabili, la Grecia rimarrà nell’€, la Grecia ridurrà progressivamente il Debito, la Grecia riprenderà a … crescere. Quando? Quando sarà fallita del tutto, avrà reddito zero, sarà stata venduta pezzo per pezzo e non avendo più nulla da dare … allora sarà lasciata al suo tragico destino. Solo allora, dopo aver toccato il fondo abissale, lentamente cercherà di risollevarsi mezza morta da terra, cercando di muovere traballante i primi passi come l’essere tramortito che riprende gradualmente i sensi.
L’Ue è cinica? Non credo.
L’Ue con il solo rigorismo sta percorrendo la stessa strada imposta alla Grecia. Infatti, il Pil annuale Ue è prossimo allo zero e l’ultimo trimestre è stato il primo recessivo nella media europea. Altri ne seguiranno.
Nel frattempo i Debiti sovrani di tutti gli stati aderenti sono cresciuti; basti pensare che quello italiano supererà abbondantemente, a brevissimo, la fatidica soglia dei 2 mila mld, con un aumento annuale di quasi il 10%.
Le nazioni spendono troppo, nonostante i continui tagli alla spesa? No, gli stati vedono aumentare il proprio Debito soprattutto per le quote associative che devono corrispondere alla stessa Ue. E a poco conta che si affermi che ogni € dato all’Ue renda lo 0,95%, mentre quello investito dai singoli governi frutti solo lo 0,50%.
Facendo un po’ di conti, in Italia si può notare quanto segue, in base alla quota associativa del 18% che deve alle spese Ue:
a) L’attuale tranche alla Grecia di 44 mld ci costa 7,92 mld di €, a cui, aggiungendone altri 35 per la dilatazione di 2 anni proposta – finora non ancora concessa – si hanno altri 6,3, per un complessivo di ben 14,22 mld.
b) Il fondo Esm ha attualmente una dotazione nominale di 200 mld, che dovrebbe superare di poco i 500 a pieno regime. Servirà per rifinanziare (salvare) le banche spagnole – o altre bisognose - e come scudo antispread per i paesi in difficoltà (ideato per Spagna e Italia). Perciò attualmente ci costa 36 mld e altri 55 per portarlo a regime.
c) Tralasciando tutte le altre voci di spesa contributiva Ue per Fondi comunitari vari e la quota contributiva per il Fmi, abbiamo un esborso di ben 105,22 mld. Se a questi calcoliamo l’esplodere dello spread sui nostri Titoli sovrani, che nell’ultimo anno con Monti si è attestato in media sopra i 400 ptb – mentre sotto la direzione di Tremonti stava sui 115 ptb – raggiungiamo una cifra che ben giustifica le continue manovre correttive imposte da Monti.
La ricetta imposta alla Grecia ha fallito e i ministri Ecofin lo sanno benissimo. Questa è la ragione per cui molti stati si mettono di traverso, sia per la tranche attuale che per la deroga al rientro di altri 2 anni. Sarà un esborso senza fine e non per colpa della Grecia!
Perché è ovvio che non sapranno come rilanciare la crescita, che non sapranno da come uscire dal disastro in cui hanno cacciato la Grecia e tutte le altre nazioni sotto attacco speculativo, tuttavia non sono tanto idioti dal poter capire che così procedendo il problema Grecia è solo rimandato e che mai verrà risolto con questa politica del solo rigorismo.
Serve un cambio sostanziale di politica in ambito Ue: una politica coraggiosa che non si basi solo sulla finanza creativa.
Infatti, perché non si è deliberato sulla tranche greca ieri? Perché si cerca un marchingegno contabile e finanziario per finanziare la Grecia a costo zero per ogni stato aderente.
In economia i costi zero non esistono. Quando si trovano – il nuovo Eldorado: Derivati, cartolarizzazione, partite di giro … - non si fa altro che peggiorare la situazione, spostando il problema più avanti nel tempo e ingrandendolo in costi, interessi e problematica.
Non esistono i taumaturgici Messia, neppure se il loro nome è reso altisonante dal battage mediatico. Spesso, come avvenuto in Grecia con i tecnici - ma pure da noi - si incancrenisce ulteriormente la situazione, rendendola drammatica nel Bilancio e rischiando di far esplodere la rabbia sociale.
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