Il bosone di Higgs fu teorizzato da questo fisico nel 1964.
Essendo un bosone massivo appartiene al modello Standard ed ha massa infinitesimale. Molti pensano che sia l’origine dell’universo, tant’è che viene pure chiamato in gergo particella di Dio.
L’annuncio della sua probabile scoperta ha portato alcuni scienziati[1] ad affermare che questo bosone è Dio.
Dio, tuttavia, fu teorizzato molto prima di questo bosone. E tralasciando le prime teorie, molto approssimative filosoficamente, possiamo con certezza dire che la definizione dettagliata la si ha con l’avvento della scuola socratica, specialmente con Platone prima e Aristotele poi.
Sicché tra le due teorizzazioni vi sono 24 secoli circa di differenza; e non sono pochi. Perciò può darsi che ad alcuni scienziati – ferrati in fisica, ma carenti in filosofia – possa sfuggire la differenza abissale esistente tra il concetto di bosone e quello di Dio.
Entrambe sono teorie e come tali devono essere dimostrate scientificamente prima di diventare realtà.
Entrambe, però, pur nella grande diversità cognitiva, furono generate da intuizioni scientifiche: la prima da una domanda escatologica scaturita dall’evolversi della materia, la seconda da un’ipotesi scientifica su un tassello mancante.
Che il bosone sia effettivamente l’origine dell’universo – perciò nel processo fisico anche di noi stessi – è filosoficamente irrilevante e pure teologicamente, giacché la materia proviene da un succedersi di eventi fisici, sia che questi siano innestati dal bosone, oppure dalla volontà di Dio.
Nella Genesi vi è una descrizione primitiva della creazione, che tuttavia indica che la materia primordiale era già esistente. Per cui Dio cominciò a padroneggiarla in modo che si distinguessero la luce dalle tenebre, il cielo dai corpi celesti e l’acqua dalla terra.
Aristotele, tuttavia, non entra nel dettaglio primitivo del racconto biblico – peraltro ignorato -, ma parte da dei concetti esperienziali – materia, evoluzione, origine – per teorizzare il concetto di Dio, poi ulteriormente perfezionato con la teologia da filosofi e teologi successivi.
Dall’esperienza – realtà – scientifica parte pure Higgs per teorizzare l’esistenza di questa particella infinitesimale come tassello ancora mancante, ma necessario, alla scienza fisica già conosciuta e ampiamente dimostrata.
Le due teorie sono però molto diverse; e solo forzatamente, perciò erratamente, possono essere sovrapposte e combaciate.
Infatti, il concetto di bosone indica la presenza di una massa necessaria ad innestare processi fisici atti a produrre altra materia in condizioni fisiche particolari. Mentre quello di Dio il concetto di volontà e sapienza capace di generare materia, anche e soprattutto dal nulla, facendola scaturire da sé stesso, perciò dalla propria volontà, sapienza e capacità.
Tommaso d’Aquino poggia il suo ragionamento/teoria sul motore immobile, perfezionando in concezione cristiana le teorie socratiche.
Parallelamente in fisica Higgs poggia la sua intuizione su dei calcoli complessi che presuppongono una particella massiva primaria.
Entrambe le teorie giungono ad un punto iniziale da cui dovrebbe scaturire tutto.
Il dovrebbe è però condizionale; perciò non è detto che ci si debba fermare lì.
Plotino fa un ragionamento teologico maggiormente complesso, basandosi su un’intuizione primordiale che sarà poi perfeziona da Hegel nella Logica con il divenire.
Infatti, pur ipotizzando Dio, si chiede poi chi vi sia prima di lui: Dio, - il padre … il nonno – ipotizzando dei super dio a cascata. Cosa che Tommaso conclude con il motore immobile come origine massima, che tuttavia non risolve il mistero, su cui si incaglia, della Trinità cristiana: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Hegel supera questo concetto in fase evolutiva divina, perciò con il divenire dell’A = A. Per cui, essendo il primo soggetto e il secondo oggetto, vi è sostanzialità di persona diversa, non sovrapponibile ma solo diveniente. E ciò spiegherebbe le 3 Persone uguali e distinte.
Va da sé che se il primo A è soggetto e il secondo A è oggetto, pur essendo uguali sono entità diverse, per cui il primo A rimane A, mentre il secondo deve assumere un valore indicativo diverso che può essere B, C … all’infinito; in base al nuovo assioma, perciò, A = A diventa A = B, per cui B = B assume a sua volta entità di B = C e via di seguito per ogni combinazione.
Tutte le teorie – fisiche o teologiche – pur con il perfezionarsi della ricerca intellettiva o scientifica, non risolvono però il quesito escatologico primario, perché, a dimostrazione scientifica o filosofica perfetta, aprono poi ulteriori interrogativi.
Kärl Häbsburg[2], infatti, si beffa del divenire hegeliano di Dio, affermando che, poiché il concetto perfetto di Dio ne impone uno solo, la logica del A = A non può essere usata per Dio, in quanto, essendo unico, non è paragonabile a sé stesso, non potendosi paragonare 2 entità di cui una non può esistere.
Rimanda perciò la palla a centro area, dove la teologia deve ricominciare la sua partita di nuovo. Egli, infatti, concorda con Kant nel fatto che la teologia sia la più inutile delle scienze, perché basa l’esistenza del concetto su pure supposizioni dialettiche scaturite dalla fede. Inutile, però – soggiunge – non vuol dire che non posseggano una validità, perché comunque la storia filosofica del pensiero ha sempre aiutato (spinto) anche la scienza a trovare riscontri scientifici ai 3 interrogativi escatologici eleusini: chi siamo, donde veniamo e dove andiamo.
Scienza (fisica) e teologia sono vie diverse per trovare soluzioni a delle risposte: la prima basandosi sulla materia – che non significa materialismo -, la seconda traendo dall’esigenza escatologica la ricerca stessa dell’esistenza della materia.
Entrambe, tuttavia, non saranno mai risolutive, perché anche a scoperta scientifica esatta porranno altri interrogativi: a) il bosone da cosa proviene? b) cosa o chi c’era prima di Dio? c) chi ha creato (prodotto) il bosone o Dio?
Le scoperte servono per progredire, per migliorare e per padroneggiare la materia. Perciò ben vengano sempre.
Tuttavia vale ricordare che dal primo concetto primordiale di atomo[3] di acqua ne è passata all’infinito sotto i ponti; e sempre diversa dalla prima che vi defluì: diversa e qualitativamente sempre migliore.
Perciò se il bosone di Higgs verrà confermato in modo definitivo, che venga considerato più o meno impropriamente “particella di Dio” non ha alcuna importanza, perché poi aprirà scientificamente altri scenari. Proprio come l’atomo aprì le porte alla ricerca di elettroni, protoni, fotoni … bosoni.
Se pure si riuscisse a dimostrare scientificamente l’esistenza di Dio – come inteso nel suo concetto reale teologico – la ricerca non si fermerebbe e si andrebbe più oltre.
La teologia cristiana, infatti, ha cambiato (perfezionato) continuamente il concetto di Dio nei secoli, spostando l’attenzione sociale più sull’adorazione del teorico Figlio umano (Gesù Cristo) che sull’originario Padre della Bibbia ebraica, anche se non ha ancora totalmente valorizzato lo Pneuma (Spirito Santo).
Perciò - ponendo le teorie cristiane come in futuro dimostrabili scientificamente e non solo su paradogmatici dogmi di fede – è facile capire che il divenire della logica hegeliana sia più adatto a ricercare sempre quello che vien dopo nella storia del pensiero, spostando l’attenzione sull’ipotesi successiva, sia che questa possa essere il Figlio o lo Pneuma.
Proprio come in fisica la dimostrazione ineccepibile dell’atomo ha ricercato la sua “frammentazione massiva” in ulteriori particelle fino al bosone.
Tra le due scienze – fisica e teologia – vi sono però concetti molto diversi come valore d’entità, che escludono totalmente la sovrapposizione che alcuni scienziati, agnostici o atei, possono fare: bosone = Dio.
E proprio perché abbisognerebbe che dimostrassero scientificamente che il bosone è un essere pensante, capace di intendere, sapere e volere, perciò di creare con la volontà della sua sapienza e conoscenza: un bosone vera entità persona.
La materia, anche infinitesimale, ha bisogno di condizioni specifiche per innestare un processo evolutivo. Cosa che il concetto di Dio supera con la padronanza della scienza/sapienza e della volontà/potenza.
Il concetto di materia – tutto ciò che ha massa è materia – non coincide con il concetto di Dio; ma ciò non esclude che anche Dio possa essere materia ed avere massa, proprio per la legge di Einstein che con la sua teoria della relatività stabilì l’interconvertibilità tra materia ed energia.
Ciò, tuttavia, aprirebbe scenari plausibili; proprio perché Dio, essendo pensiero puro – Verbo -, è soprattutto energia.
Che poi questa energia abbia massa oppure non l’abbia, è il nuovo limite (scoperta) da fare: sia su Dio che sul bosone di Higgs.
Di sicuro vi è una cosa: le 2 entità primarie concettuali del mondo – atomo e Dio - nacquero filosoficamente come concetto nello stesso periodo. Il IV secolo a.c.
Tra le due teorie escatologiche/filosofiche vi sono però presupposti molto diversi: una si basa sul materialismo, la seconda sul personalismo (non quello sociale di Maritain e Mounier).
Sarebbe interessante vivere in eterno, per vedere se poi alla fine potessero anche … scientificamente coincidere!
[1] - Margherita Hack
[2] - Filosofia, sociologia ed etica nel nostro tempo - 1984
[3] - Democrito di Abdera, allievo di Leucippo, co-fondatore con lui dell’atomismo, vissuti nello stesso periodo socratico.
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