sabato 21 luglio 2012

L’idiozia manifesta della politica.


Che lo spread relativo a Italia e Spagna sia da tempo arrivato a livelli di guardia ormai insostenibili è sotto gli occhi di tutti.
Che le affermazioni dei politici e dei governanti siano da oltre 4 anni improntate all’ottimismo e immediatamente smentite dai fatti è un fatto ormai ovvio.
Che i Governi tecnici imposti dall’alto - e senza il voto dei cittadini - abbiano fallito il loro compito è storia di quest’Ue ideata con il cuore, ma costruita con i piedi e senza alcun acume intellettivo, specie nella moneta: l’.

Un Governo tecnico di solito persegue degli interessi specifici. Il governo Monti gli interessi di chi lo ha voluto, dell’alta finanza che l’ha promosso (imposto) e dei partiti che lo sostengono, incapaci, per manifesta deficienza politica, di attuare correttivi atti a risanare la situazione.
Sostengo da tempo che chi ha voluto la fine del governo Berlusconi in pratica ha voluto abbattere non tanto un presidente cabarettista, e eventualmente effeminato e vizioso, bensì la linea economica di Tremonti a livello Ue, sgradita alla finanza globalizzata ed agli interessi economici specie della Merkel (Germania).
Purtroppo il cliché già attuato con la Grecia – rovina totale dell’economia reale ellenica – si sta ripetendo in fotocopia ora anche in Spagna e Italia, con un circolo vizioso che porterà al disfacimento dell’ e dell’Ue stessa.
Basti ricordare che il mancato ingresso della Turchia nell’€ - per veti politici, religiosi e culturali - è stato la salvezza della stessa Turchia: ha potuto difendere la propria moneta, non ha dovuto imporre manovre d’austerità capestro e ha condotto una politica economica e finanziaria senza alcuna imposizione e pressione esterna. Ciò le ha permesso di coltivare i propri interessi nazionali senza condizionamenti esterni, potenziando pure la propria economia e il benessere dei suoi cittadini.

Ora, che i danni di una struttura Ue approssimativa appaiono chiari a tutti, non si vedono più le richieste di altri stati di farvi parte. Anzi, cominciano a manifestarsi chiaramente spinte nazionali per poterne uscire.
Dire che la politica dei maggiori stati Ue sia stata orientata proprio a questa disgregazione forse è un po’ forzato, anche se un’attenta analisi degli avvenimenti di questi ultimi anni sembrerebbe proprio confermare ciò.
La Grecia, infatti, è stata portata volontariamente ad un default continuo e progressivo, lasciando che la speculazione si accanisse sullo spread con altissime dosi di strozzinaggio finanziario: 28.500 ptb. Nessuna azienda sana – o stato – può pagare interessi del 30% a breve/medio termine senza crollare.
Si è stati attenti più a produrre speculazione sul Debito greco che a salvaguardare l’esistenza economica della Grecia.

L’emissioni di un Titolo sovrano è soggetta ad una domanda e ad un’offerta.
Lo stato raccoglie sul mercato i soldi necessari emettendo titoli in garanzia. L’investitore guarda alla convenienza dell’offerta e decide di investire sul debitore. Tra le 2 parti vi è il vincolo della durata, per cui fino alla scadenza del relativo contratto l’interesse e il capitale pattuito tra le parti permane fisso. Perciò non vi dovrebbe essere alcuna oscillazione reale nei costi dello stato.
Questa però avviene sul mercato secondario, dove questi titoli sono quotati. Perciò nelle Borse.
Il monte titoli trattato è infinitesimale rispetto al complessivo del titolo stesso; dunque l’oscillazione tra acquirente e venditore in borsa non dovrebbe incidere affatto sul titolo stesso, anche perché nell’economia nazionale non varia di una virgola la spesa interessi, anche se può condizionare in modo orientativo l’emissione futura.
Il problema strutturale serio è però quello relativo ai meccanismi che regolano il mercato e che permettono certe aberrazioni. Le stesse aberrazioni che hanno condotto alla crisi finanziaria esplosa negli U.S.A. a metà 2007, portando al fallimento un’importante banca: la Lehman Brothers.

Se esistesse solo il Titolo materiale (possesso) la speculazione sarebbe relativa e non potrebbe incidere tanto violentemente sullo spread. Chi venderebbe per necessità (monetizzare per motivi vari), infatti, lo farebbe con l’esiguità del monte titoli, sia che fosse un privato (retail) o un investitore professionale.
Ciò che cambia lo stato delle cose, invece, sono le degenerazioni sistematiche concesse dal mercato: leva eccessiva, vendita allo scoperto, prodotti correlati teorici al titolo stesso (Derivati, con in primis i CDS).
Infatti, avviene che molto spesso il 90% del monte titoli trattato sia dovuto alla vendita allo scoperto (short selling).
E è ciò cha cambia l’assetto delle cose e che poi si usa per stabilire lo spread nell’oscillazione tra domanda e offerta. Dunque: oscillazione su una trattazione speculativa teorica più che reale.

Se la Germania avesse uno spread di 500 ptb in più sarebbe costretta a imponenti manovre di austerità, castrando, di fatto, l’efficienza della propria economia reale: 500 ptb in più sono quantificabili in ben 105 mld di € in oneri d’interessi aggiuntivi all’anno, insostenibili con lo Stability compact.
Tuttavia al di là di questo importantissimo fattore finanziario – stimabile a breve tempo – le manovre capestro, volute dalla Merkel negli altri stati con spread alto, agiscono nel medio lungo termine allo stesso modo, assommando danno su danno anche all’economia tedesca, specie nell’esportazione.
Esportare è l’oro di Creso delle economie capitaliste, perché dà vero valore aggiunto all’economia nazionale, non basabile solo sul consumo interno.
Per esportare bisogna trovare l’acquirente. Se l’acquirente lo si costringe alla fame con l’austerità è ovvio che riduca all’essenziale i propri acquisti, specie nell’import; se invece compra, allora bisogna finanziarlo nel tempo, dandogli la necessità di recuperare il capitale per pagare il venditore. Perciò diventa un acquirente a rischio che può creare danno, non potendo magari rendere il capitale.
Ne consegue che pure la florida e trainante economia tedesca sia oggi ferma al palo con il Pil bloccato sullo zero; eventualmente in recessione nel prossimo anno se i crediti dovuti all’export non saranno esigibili.
La Germania, perciò, alla fine pagherà le stesse manovre capestro che ha imposto agli stati confederati!

I politici e i governanti – seguendo l’orientamento neoliberista – oggi sono tutti indirizzati sulla via dell’ignavo tracollo, di cui la crisi del ’29 sarà solo uno sbiadito ricordo di paragone.
La globalizzazione dei mercati, l’ingente monte dei prodotti finanziari teorici – i Derivati con oltre 200 trilioni di mld (prudenziali) – sono minacce serie per tutti gli stati, anche per quelli emergenti oggi ancora in espansione Pil, pur se in contrazione.
Se l’Occidente non consuma (acquista) e salta è ovvio che tutti ne subiscano i contraccolpi: i paesi emergenti esportano dove si consuma, e là si investe anche. Dunque: si esporterebbe molto meno, si avrebbe seria difficoltà a recuperare i crediti, si rischierebbe di vedersi vanificati in fumo gli investimenti fatti.
Un circolo vizioso e pernicioso partito dalla speculazione finanziaria selvaggia, che nessun governante ho voluto drasticamente regolamentare e ridurre per impedire che continuasse a produrre danni.

In Italia l’ammucchiata di partiti che sostengono il governo Monti capisce – con molto ritardo – che sulla via dell’austerità si sta rovinando tutto: non è pensabile seguire la speculazione per arginare il crollo del mercato e l’innalzamento dello spread. La stessa cosa la comprende ora pure Monti, anche se da un professore ci si dovrebbe aspettare che ciò l’avesse dovuto aver chiaro in mente già quando accettò di fare il Premier; ma ciò non solo è il suo difetto culturale, bensì anche il suo invalicabile limite.
Infatti, le manovre capestro imposte da Ue, Bce, Fmi e Merkel non hanno sortito ad alcun risultato pratico, se non con sporadici rimbalzi di giornata.
L’economia reale, infatti, è stata soppiantata nelle valutazioni dalla finanza.

Nessuno si illuda che la situazione possa migliorare a breve e che i mercati possano essere instradati in una ferrea regolamentazione seria che impedisca loro di creare danni speculativi, diventando un punto focale dell’investimento produttivo.
L’Occidente ha lasciato correre volontariamente (interessatamente) la speculazione, specie le nazioni forti intente a monetizzare la debolezza altrui.
Sempre più spesso si sente parlare – pure in Italia – di fuoruscita dall’€; ma questo è un campo minato che non lascerà scampo a nessuno, neppure alla Germania: tutto crollerà in breve come un castello di sabbia.
Serve un colpo d’ala importante, capace di bloccare la speculazione, rovina dell’economia reale.
Nell’Ue si è troppo tergiversato per interessi (egoismi) specifici nazionali; ciò non ha generato unione, ma disgregazione.
Ne consegue che la strategia politica debba essere totalmente cambiata soprattutto a livello comunitario. Diversamente sarà la fine per tutti. Separarsi sarà solo un palliativo che durerà lo spazio di un mattino: o insieme si vive o insieme si muore.

L’Ue ha troppo tergiversato e dilapidato il tempo. Anche il rinvio attuale al 12 Settembre è il segno dell’idiozia manifesta della politica: non si sa decidere e perciò si rinvia, facendo incancrenire il problema fino alla … morte.
I mercati diventano turbolenti e nell’innalzare lo spread affossano le quotazioni, aggiungendo altri problemi a quelli esistenti.
Le banche iberiche sono già sull’orlo del default, la JP Morgan ha perso oltre 9 mld con i derivati, le banche nostrane devono correre ai ripari per il crollo delle quotazioni. In pratica la speculazione sta annientando sé stessa, proprio perché chi la conduce sono soprattutto le grandi finanziarie, perciò le banche stesse.
Agosto ci indicherà a che punto siamo: sarà un mese estremamente caldo e turbolento se non si interverrà subito.
Mi viene perciò spontaneo chiudere con il monito di Paul Krugman, lanciato dalle colonne del New York Times: Convertitevi, peccatori!
Chi sono costoro? Politici, governanti, finanzieri d’assalto e economisti neoliberisti incapaci di vedere oltre il proprio naso.

mercoledì 11 luglio 2012

Monetarismo: necessità e limiti nella crisi attuale.


Che si sia ad un punto cruciale per il destino dell’Ue e dell’ ormai è risaputo, anche se politici e media se ne guardano bene dall’esplicarlo chiaramente.
Consideriamo l’€ un tetto necessario per ripararci dalla pioggia delle crisi e dalla grandine valutaria, anche se questo tetto non ha pareti che lo sostengono, perciò un Governo centrale e una Banca centrale con funzioni specifiche.
Un simile tetto[1] ovviamente è solo virtuale, perché non può esistere non essendoci pareti che lo sostengono: sta solo nell’immaginario collettivo.
La virtualità può essere un forte deterrente per chi non conosce la realtà, quindi anche per la speculazione globalizzata.
Infatti, l’€ all’inizio ha funzionato come moneta comune e lo ha fatto fino a quando si sono innescate 2 contemporanee realtà che lo hanno privato della virtualità.
La prima nasce negli U.S.A. con la crisi dei Sub prime, innescando una crisi finanziaria che si espande subito a macchia d’olio anche in tutto l’Occidente, colpendo soprattutto le banche. Che la bolla speculativa sia scoppiata in America è un fatto naturale, anche se ciò poteva succedere anche nell’Ue. Basti ricordare le bolle speculative - irlandese (golden economy) e spagnola (immobiliare) -, spinte fino all’inverosimile, pur se di entità diverse nell’oggetto speculativo.
La seconda nasce in Europa e ha radici profonde: i grandi Debiti sovrani che continuamente crescono da decenni.
Queste 2 cause danno la certezza al Mercato che l’€ è un castello di carte, destinato a scompaginarsi al primo soffio di vento. Perciò si cominciano ad attaccare in modo speculativo gli anelli deboli della catena, iniziando dalla Grecia.

Le 2 concomitanze si sono sommate non a caso per una connessione particolare: le banche finanziano il debito pubblico e quello privato, e i Titoli sovrani in portafoglio garantiscono la solvibilità delle banche.
In pratica i 2 sistemi di debito si sostengono vicendevolmente come i ciechi dei Miserabili. Ovviamente, poi, cadono (cadranno) tutti nella … fossa.

I vari Vertici Ue, davanti alla crisi, hanno provveduto a creare fondi diversi per contrastare la situazione, pur tra mille distinguo, opposizioni, veti e patteggiamenti. Tuttavia questi fondi sono anch’essi virtuali, perché formati con contributi degli stati confederati che già hanno ingenti debiti. Perciò si è aggiunto debito per finanziare fondi solo virtuali (esiguità degli importi rispetto alla necessità), andando sul mercato ad emettere altri bonds.
La Grecia, infatti, pur sovvenzionata a più riprese – e con molto ritardo – è andata in default reale più volte. E lo è ancora nonostante la ristrutturazione del suo Debito del 75%.
Ora il fondo Salvastati (Esm) si vorrebbe usarlo (Monti) come deterrente allo spread. Ciò, tuttavia, è un fatto solo virtuale, perché la somma del Debito sovrano di Italia e Spagna – i 2 stati che ne avrebbero ora necessità – surclassa in modo gigantesco la somma di 200 mld di € di cui è dotato, considerato pure che la metà di questo fondo servirebbe anche per salvare le banche spagnole dal default.

Molti economisti tedeschi (circa 160) – che sostengono la linea rigorista della Merkel – nei giorni scorsi hanno firmato un documento promosso da Hans-Werner Sinn, nel quale ci si oppone ad un’unione tecnica bancaria europea.
Tradotto in parole semplici: non si vuole dotare la Bce degli stessi poteri della Fed; perciò, con ciò, si dichiara implicitamente che la Germania preferirebbe uscire da questo € e da questa Ue.
Non per nulla ad ogni manovra monetarista di Draghi la Bundesbank alza minacciosa la sua voce.
Non tutti la pensano come loro, specie gli economisti di origine tedesca che operano soprattutto all’estero. Infatti, VoxEu[2] contrappone un altro documento, firmato da 100 aderenti, che sostengono l’esatto contrario.
Di certo vi è che se non si trova il sistema di bloccare il collegamento pernicioso, tra il rifinanziamento bancario e la solvibilità del debito dei Governi nazionali, l’accesso al credito per finanziare imprese, sviluppo e Pil, nei paesi in crisi, diverrà sempre più impossibile.

Vi è un conflitto d’interessi pernicioso tra il debito del settore privato e quello dei governi nazionali europei.
Ciò ha portato ad una balcanizzazione degli attacchi speculativi su 2 fronti: quello del titolo bancario (di fatto già ridimensionato dal mercato del 90% nelle nazioni in crisi) e quello dello spread dei paesi P.I.I.G.S., schizzato verso la soglia fatale del non ritorno del 7%.
Le istituzioni finanziarie (banche) hanno un ruolo centrale nel finanziare il Debito sovrano, prestando soldi ai vari governi e tenendosi il loro debito. Simultaneamente i bilanci statali servono a rifinanziare sistematicamente le istituzioni bancarie durante la crisi, onde proteggerle dal default (basti pensare in Italia ai Tremonti bond). E dove non arrivano gli stati, ora si muove la Bce con i suoi finanziamenti di monetarismo  spurio (LTRO).

Il monetarismo nell’attuale momento è necessario, ma solo se vi è una Banca centrale vera capace di praticarlo.
La Bce attualmente, pur con tutte le buone intenzioni di Draghi, può solo fare LTRO[3] più che praticare del vero quantitative easing.
La Merkel a parole punta all’unione politica, ma in sostanza se ne guarda bene dal farlo, vista anche l’influenza che il pensiero di Hans-Werner Sinn ha sul governo tedesco.
D'altronde oggi un’unione politica sarebbe possibile solo in un modo: cedendo alla Germania la sovranità nazionale di tutti gli stati confederati. Perciò sottostando ai dettami della linea politica e finanziaria tedesca: essere vassalli (servi) della Merkel.
Non per nulla oggi la Spagna ha fatto un’altra manovra capestro e vi sono stati violenti scontri tra manifestanti minatori e polizia.
I prodromi di questa linea politica sono raffigurabili nelle manovre d’austerity imposte agli stati in difficoltà, senza parlare dei governi (tecnici) che hanno sostituito (defenestrato) quelli democraticamente al potere.

Un’unione politica vera la si ottiene con elezioni generali in tutti i paesi confederati; e, in base ai risultati elettorali avuti sui programmi proposti, chi ha ottenuto la maggioranza governa.
Dunque, se la Merkel la ottenesse, non vi sarebbe alcun problema a sottostare alla sua linea. Se non la ottenesse – possibilità assai prossima alla realtà – è ovvio che la Merkel dovrebbe sottostare alla linea della maggioranza. E è proprio ciò che la Germania (Merkel) non vuole. Diversamente l’unione politica vera si sarebbe già attuata in Commissione Ue.

Un’unione politica consentirebbe di fornire la Bce di poteri similari a quelli della Fed, senza creare conflitti istituzionali con il governo centrale, togliendo (eliminando) voce alle varie Bcn, oggi operative e spesso in contrasto con la linea finanziaria di Draghi.
Ciò consentirebbe di praticare del vero quantitative easing, immettendo liquidità nel sistema per combattere la speculazione sui Titoli sovrani che, naturalmente, verrebbero tramutati in Eurobonds.
La liquidità immessa non sarebbe un prestito, ma una svalutazione strisciante per diluizione monetaria circolante – materiale e telematica -, quindi controllata.
Gli stati a cui farebbero capo i relativi Eurobonds non condividerebbero con gli altri il loro debito, bensì solo il tasso uguale per tutti. Ciò li metterebbe al sicuro di uno spread oggi spropositato e frutto solo della speculazione, riconducendo i bilanci ad un reale rapporto Pil/Debito, non gonfiato dagli oneri di un tasso elevato.
Perché il vero grande problema dei paesi P.I.I.G.S. non è oggi quello dell’ammontare del Debito, bensì del tasso che lo gonfia ulteriormente, costringendoli per la Stability compact a drastiche manovre d’austerity che affossano del tutto l’economia.

Il monetarismo è anche un modo per mettere una patrimoniale celata sui depositi di c/c – e indirettamente sui grandi patrimoni -, riducendo simultaneamente anche il valore – non l’ammontare – del Debito, specie di quello classato all’estero.
Ciò, ovviamente, creerebbe anche una certa inflazione, facilmente controllabile in un momento di recessione.
Ciò che però non piacerebbe ai paesi oggi con spread molto basso, sarebbe in pratica la svalutazione anche del loro patrimonio, uguale a quella dei paesi oggi in difficoltà.
Lo spread, infatti, si è sostituito alle varie monete nazionali, cancellate nominalmente dall’avvento dell’€: è diventato una vera valuta di rifugio! Una moneta uscita dalla porta e rientrata dalla finestra.
Spread uguali significano costi uguali, perciò togliere competitività ai rispettivi prodotti. Porterebbe, inoltre, ad avere dei bilanci di rigore nazionali attivi nel complesso costi/spese, e non ad avere dei disavanzi compensabili con i costi di uno spread minore.

Monetarismo si coniuga con unità politica e Banca centrale.
Diversamente è possibile solo con manovre di LTRO che nel breve termine placano i mercati, ma che nel medio li zavorra ulteriormente, proprio perché avvita ulteriormente la spirale del debito pubblico (statale) e privato (banche), portando il sistema alla distruzione.

Concludendo: le attuali operazioni di LTRO, fatte dalla Bce di Draghi, sono utili solo se nella prospettiva di una rapida unione politica realmente democratica.
Diversamente sono ulteriori danni che appesantiscono il sistema e che porteranno alla dissoluzione rapida dell’€ e dell’Ue stessa.
Perché se non si blocca il dannoso connubio, oggi esistente, di conflittualità d’interessi tra debito privato e debito pubblico, è sicuro che sarà la miccia detonante atta a far esplodere il sistema.
Le due correnti di pensiero, rappresentate idealmente dal gruppo di Sinn e da quello di VoxEu, oppongono in realtà la plutocrazia oligarchica alla democrazia, considerato che da una parte vi sono le esigenze della grande finanza globalizzata e dall’altra l’aspirazione democratica dei popoli ad una vita decorosa, attuale e futura.
Diversamente l’odierna Commissione Ue, più che essere composta da una ristretta cerchia oligarchica sarebbe un vero Governo centrale democratico.



[1] - Nei giorni scorsi ho usato questa stessa immagine in un mio breve post su un quotidiano estero, parlando della situazione attuale.
[3] - Prestiti a tasso agevolato alle banche per 3 anni, onde dotarle della liquidità necessaria per non fallire in cambio di collaterali, anche ormai inesigibili come quelli della Grecia. In pratica si concede prestito sulla  parola, ricevendone in cambio carta virtuale (straccia).

domenica 8 luglio 2012

Una situazione preoccupante: i voti di fiducia.


Riporto questo breve articolo di Paul Krugman, pubblicato ieri sul New York Times, prima di fare alcune osservazioni.


ECB Death Wish, Continued
At the end of last week, Spanish 10-year bond yields were close to 7 percent — actually higher than they were last fall, when the ECB stepped in with its big LTRO lending program, a program that bought time that European leaders proceeded to waste:
The Spanish government is, understandably, sounding a bit desperate:
Spanish Prime Minister Mariano Rajoy said euro-zone countries must urgently implement decisions including government bond purchases agreed to in June as the country can’t finance its deficit under current conditions.
And the European Central Bank, which is the only entity really in a position to do what’s necessary, is, well:
The ECB lowered its benchmark rate to a record low 0.75 percent on July 5, disappointing investors who had predicted it might restart its government-bond buying program to ease stress on Spain and Italy. The central bank will only buy government debt if it considers it necessary to keep inflation on track, Benoit Coeure, an executive board member, said yesterday.
“If the governments decide to do it they should go ahead,” Coeure told a meeting of the Circle of Economists. “That doesn’t mean the ECB can’t buy Italian and Spanish debt on the market, but they’ll do it if it needs to for reasons of monetary policy and not otherwise.”
No sense of urgency. Amazing.The odds of euro crackup are rising by the day.

I governanti Ue fanno proclami di ottimismo ad ogni vertice, mentre la situazione diventa sempre più incandescente e drammatica. Quello italiano, poi, emette addirittura proclami di vittoria, subito peraltro smentiti dal mercato.
I maggiori economisti sono scettici sul salvataggio dell’€ e dei Paesi P.I.I.G.S. e tutta l’economia globalizzata corre ai ripari con appositi piani cercando di parare il colpo.
Serve tempo per farlo; ma le manovre restrittive dei vari stati in crisi lo riducono ulteriormente, anche se pare con certezza che la Germania abbia già stampato nuove banconote, per impedire che quelle attuali, in caso di rottura del sistema €, facciano ulteriore danno confondendosi con quelle ora in circolazione: sia materiali che virtuali telematiche.

Krugman non è l’ultimo arrivato e non può essere tacciato di essere pervaso di “pessimismo cosmico”, come un onorevole italiano ha definito il mio pensiero tempo fa in modo assai infantile e culturalmente scarso, vista la sua inesistente preparazione nel campo economico e finanziario.
La democrazia non si basa su continui voti di fiducia, specie se si dispone di una maggioranza parlamentare bulgara, almeno ufficialmente. Perciò cela una situazione di maggioranza molto precaria e la certezza che diversamente andrebbe sempre in minoranza. Credo che in ciò il governo Monti abbia battuto in poco tempo ogni record mondiale, visti anche i 4 voti di fiducia, in un sol giorno, sulla Riforma del lavoro.
I partiti che sostengono Monti cominciano a smarcarsi su molti provvedimenti, cercando di mettersi di traverso. Basti pensare al pensiero di Bersani (Pd) per i tagli di questi giorni relativi alla spending review. Si rendono conto che si sta immolando tutta l’economia ad un’idea che finora ha prodotto solo danni. E non mi soffermo su ciò che pensa realmente il Popolo, la cui protesta sinora contenuta e pacifica potrebbe sfociare, infine, in ben altra drammatica reazione.

Lo spread è tornato subito a 470 ptb, ma Monti continua a dire che l’Italia ce la farà da sola; mentre quello spagnolo è tornato sopra i 500 ptb. Sono ormai a punti critici di non ritorno.
Forse Monti pensa che l’Italia sia solo lui, con il reddito e il benessere che ha; imitando De Gaulle in: La France c’est moi!
Krugman con i suoi “augurio di morte” non è tanto lontano dalla realtà prossima, specialmente quando analizza i provvedimenti, che i Vertici Ue e i singoli Governi europei prendono.
Una realtà a cui mi oppongo anche con la ragione del pensiero analitico, fidando in quel briciolo di linearità intellettiva che può forse ancora pervadere i nostri governanti e politici. Una realtà, comunque, difficile da evitare perche il Risk off è imminente.
Prodi sostiene che una nuova regolamentazione dei mercati, come avvenne nella crisi del ’29, oggi non è praticabile, perché il mercato è globalizzato. Ma Prodi, si sa, fa parte della troika italiana degli International advisor della Goldman Sachs. E la linea neoliberista è proprio quella che non vuole che i mercati siano regolamentati e riformulati.
Durante la Crisi del ’29, tutti gli Stati interessati provvidero a regolamentare in modo ferreo i mercati, iniziando dagli U.S.A. L’Italia lo fece nel ’36 con Mussolini. Tutti ottennero risultati positivi.

Regolamentare il mercato non è semplice, specie se non si sa da dove cominciare.
Circa un anno fa, per iniziativa di Tremonti, 4 paesi Ue bloccarono in comune sintonia lo short selling. I provvedimenti, con ripetuti rinnovi, durarono fino alla fine di febbraio di quest’anno, quando Monti decise di revocarli del tutto. E i mercati ripresero subito di nuovo una preoccupante flessione.
L’uso degli Eurobonds sarebbe ottima cosa, se li si intendesse non come condivisione del debito, ma solo del tasso. E di ciò già parlai dettagliatamente in precedenza.
Come pure in precedenza parlai della situazione disastrosa delle banche, piagate soprattutto dalla speculazione finanziaria che ha prodotto ingenti danni.
Poi esiste la regolamentazione dei Derivati, soprattutto dei CDS, e dei Futures che spesso gonfiano i prezzi delle materie prime, con contratti che non saranno mai onorati nella consegna effettiva del bene acquistato.

Operare su questi provvedimenti è difficile, anche se sarebbe necessario, visto che i danni, finanziari prima e economici poi, vengono proprio da lì. Si colpirebbero però interessi globalizzati, capaci di condizionare le economie delle nazioni.
Molto più facile, perciò, procedere con continui voti di fiducia a colpire con un bombardamento fiscale a tappeto, con restrizioni continue del welfare, con tagli lineari ai servizi, con perdite di diritti sociali acquisiti, con l’incremento della disoccupazione e con la continua chiusura di attività produttive e commerciali, la struttura dell’economia reale del paese.
Obama addossa le colpe all’inoperatività della governance Ue. Però si dimentica che nel suo mandato non ha ancora provveduto a variare di una sola virgola l’assetto del mercato, lasciando in pratica alla sola Fed la responsabilità di sostenere l’economia.

L’Italia, al di là della propaganda ottimistica, è su una brutta china in compagnia della Spagna. La stessa china che già portò al disfacimento reale l’economia greca. Una china provocata dal bieco seguire i mercati invece di regolamentarli.
Se qualcuno pensa che l’uscita della Grecia dall’€ sia un toccasana in grado di bloccare il contagio ora in corso, ben presto si accorgerà che la situazione da pericolosa diventerà drammatica, tanto da portare all’implosione dell’Ue stessa e delle economie di molti paesi della confederazione.

sabato 7 luglio 2012

Bosone di Higgs: tra scienza, filosofia e teologia.


Il bosone di Higgs fu teorizzato da questo fisico nel 1964.
Essendo un bosone massivo appartiene al modello Standard ed ha massa infinitesimale. Molti pensano che sia l’origine dell’universo, tant’è che viene pure chiamato in gergo particella di Dio.
L’annuncio della sua probabile scoperta ha portato alcuni scienziati[1] ad affermare che questo bosone è Dio.

Dio, tuttavia, fu teorizzato molto prima di questo bosone. E tralasciando le prime teorie, molto approssimative filosoficamente, possiamo con certezza dire che la definizione dettagliata la si ha con l’avvento della scuola socratica, specialmente con Platone prima e Aristotele poi.
Sicché tra le due teorizzazioni vi sono 24 secoli circa di differenza; e non sono pochi. Perciò può darsi che ad alcuni scienziati – ferrati in fisica, ma carenti in filosofia – possa sfuggire la differenza abissale esistente tra il concetto di bosone e quello di Dio.
Entrambe sono teorie e come tali devono essere dimostrate scientificamente prima di diventare realtà.
Entrambe, però, pur nella grande diversità cognitiva, furono generate da intuizioni scientifiche: la prima da una domanda escatologica scaturita dall’evolversi della materia, la seconda da un’ipotesi scientifica su un tassello mancante.

Che il bosone sia effettivamente l’origine dell’universo – perciò nel processo fisico anche di noi stessi – è filosoficamente irrilevante e pure teologicamente, giacché la materia proviene da un succedersi di eventi fisici, sia che questi siano innestati dal bosone, oppure dalla volontà di Dio.
Nella Genesi vi è una descrizione primitiva della creazione, che tuttavia indica che la materia primordiale era già esistente. Per cui Dio cominciò a padroneggiarla in modo che si distinguessero la luce dalle tenebre, il cielo dai corpi celesti e l’acqua dalla terra.
Aristotele, tuttavia, non entra nel dettaglio primitivo del racconto biblico – peraltro ignorato -, ma parte da dei concetti esperienziali – materia, evoluzione, origine – per teorizzare il concetto di Dio, poi ulteriormente perfezionato con la teologia da filosofi e teologi successivi.
Dall’esperienza – realtà – scientifica parte pure Higgs per teorizzare l’esistenza di questa particella infinitesimale come tassello ancora mancante, ma necessario, alla scienza fisica già conosciuta e ampiamente dimostrata.

Le due teorie sono però molto diverse; e solo forzatamente, perciò erratamente, possono essere sovrapposte e combaciate.
Infatti, il concetto di bosone indica la presenza di una massa necessaria ad innestare processi fisici atti a produrre altra materia in condizioni fisiche particolari. Mentre quello di Dio il concetto di volontà e sapienza capace di generare materia, anche e soprattutto dal nulla, facendola scaturire da sé stesso, perciò dalla propria volontà, sapienza e capacità.

Tommaso d’Aquino poggia il suo ragionamento/teoria sul motore immobile, perfezionando in concezione cristiana le teorie socratiche.
Parallelamente in fisica Higgs poggia la sua intuizione su dei calcoli complessi che presuppongono una particella massiva primaria.
Entrambe le teorie giungono ad un punto iniziale da cui dovrebbe scaturire tutto.
Il dovrebbe è però condizionale; perciò non è detto che ci si debba fermare lì.

Plotino fa un ragionamento teologico maggiormente complesso, basandosi su un’intuizione primordiale che sarà poi perfeziona da Hegel nella Logica con il divenire.
Infatti, pur ipotizzando Dio, si chiede poi chi vi sia prima di lui: Dio, - il padre … il nonno – ipotizzando dei super dio a cascata. Cosa che Tommaso conclude con il motore immobile come origine massima, che tuttavia non risolve il mistero, su cui si incaglia, della Trinità cristiana: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Hegel supera questo concetto in fase evolutiva divina, perciò con il divenire dell’A = A. Per cui, essendo il primo soggetto e il secondo oggetto, vi è sostanzialità di persona diversa, non sovrapponibile ma solo diveniente. E ciò spiegherebbe le 3 Persone uguali e distinte.
Va da sé che se il primo A è soggetto e il secondo A è oggetto, pur essendo uguali sono entità diverse, per cui il primo A rimane A, mentre il secondo deve assumere un valore indicativo diverso che può essere B, C … all’infinito; in base al nuovo assioma, perciò, A = A diventa A = B, per cui B = B assume a sua volta entità di B = C e via di seguito per ogni combinazione.

Tutte le teorie – fisiche o teologiche – pur con il perfezionarsi della ricerca intellettiva o scientifica, non risolvono però il quesito escatologico primario, perché, a dimostrazione scientifica o filosofica perfetta, aprono poi ulteriori interrogativi.
Kärl Häbsburg[2], infatti, si beffa del divenire hegeliano di Dio, affermando che, poiché il concetto perfetto di Dio ne impone uno solo, la logica del  A = A non può essere usata per Dio, in quanto, essendo unico, non è paragonabile a sé stesso, non potendosi paragonare 2 entità di cui una non può esistere.
Rimanda perciò la palla a centro area, dove la teologia deve ricominciare la sua partita di nuovo. Egli, infatti, concorda con Kant nel fatto che la teologia sia la più inutile delle scienze, perché basa l’esistenza del concetto su pure supposizioni dialettiche scaturite dalla fede. Inutile, però – soggiunge – non vuol dire che non posseggano una validità, perché comunque la storia filosofica del pensiero ha sempre aiutato (spinto) anche la scienza a trovare riscontri scientifici ai 3 interrogativi escatologici eleusini: chi siamo, donde veniamo e dove andiamo.

Scienza (fisica) e teologia sono vie diverse per trovare soluzioni a delle risposte: la prima basandosi sulla materia – che non significa materialismo -, la seconda traendo dall’esigenza escatologica la ricerca stessa dell’esistenza della materia.
Entrambe, tuttavia, non saranno mai risolutive, perché anche a scoperta scientifica esatta porranno altri interrogativi: a) il bosone da cosa proviene? b) cosa o chi c’era prima di Dio? c) chi ha creato (prodotto) il bosone o Dio?

Le scoperte servono per progredire, per migliorare e per padroneggiare la materia. Perciò ben vengano sempre.
Tuttavia vale ricordare che dal primo concetto primordiale di atomo[3] di acqua ne è passata all’infinito sotto i ponti; e sempre diversa dalla prima che vi defluì: diversa e qualitativamente sempre migliore.
Perciò se il bosone di Higgs verrà confermato in modo definitivo, che venga considerato più o meno impropriamente “particella di Dio” non ha alcuna importanza, perché poi aprirà scientificamente altri scenari. Proprio come l’atomo aprì le porte alla ricerca di elettroni, protoni, fotoni … bosoni.
Se pure si riuscisse a dimostrare scientificamente l’esistenza di Dio – come inteso nel suo concetto reale teologico – la ricerca non si fermerebbe e si andrebbe più oltre.
La teologia cristiana, infatti, ha cambiato (perfezionato) continuamente il concetto di Dio nei secoli, spostando l’attenzione sociale più sull’adorazione del teorico Figlio umano (Gesù Cristo) che sull’originario Padre della Bibbia ebraica, anche se non ha ancora totalmente valorizzato lo Pneuma (Spirito Santo).
Perciò - ponendo le teorie cristiane come in futuro dimostrabili scientificamente e non solo su paradogmatici dogmi di fede – è facile capire che il divenire della logica hegeliana sia più adatto a ricercare sempre quello che vien dopo nella storia del pensiero, spostando l’attenzione sull’ipotesi successiva, sia che questa possa essere il Figlio o lo Pneuma.
Proprio come in fisica la dimostrazione ineccepibile dell’atomo ha ricercato la sua “frammentazione massiva” in ulteriori particelle fino al bosone.

Tra le due scienze – fisica e teologia – vi sono però concetti molto diversi come valore d’entità, che escludono totalmente la sovrapposizione che alcuni scienziati, agnostici o atei, possono fare: bosone = Dio.
E proprio perché abbisognerebbe che dimostrassero scientificamente che il bosone è un essere pensante, capace di intendere, sapere e volere, perciò di creare con la volontà della sua sapienza e conoscenza: un bosone vera entità persona.
La materia, anche infinitesimale, ha bisogno di condizioni specifiche per innestare un processo evolutivo. Cosa che il concetto di Dio supera con la padronanza della scienza/sapienza e della volontà/potenza.
Il concetto di materiatutto ciò che ha massa è materia – non coincide con il concetto di Dio; ma ciò non esclude che anche Dio possa essere materia ed avere massa, proprio per la legge di Einstein che con la sua teoria della relatività stabilì l’interconvertibilità tra materia ed energia.
Ciò, tuttavia, aprirebbe scenari plausibili; proprio perché Dio, essendo pensiero puro – Verbo -, è soprattutto energia.
Che poi questa energia abbia massa oppure non l’abbia, è il nuovo limite (scoperta) da fare: sia su Dio che sul bosone di Higgs.
Di sicuro vi è una cosa: le 2 entità primarie concettuali del mondo – atomo e Dio - nacquero filosoficamente come concetto nello stesso periodo. Il IV secolo a.c.
Tra le due teorie escatologiche/filosofiche  vi sono però presupposti molto diversi: una si basa sul materialismo, la seconda sul personalismo (non quello sociale di Maritain e Mounier).
Sarebbe interessante vivere in eterno, per vedere se poi alla fine potessero anche … scientificamente coincidere!


[1] - Margherita Hack
[2] - Filosofia, sociologia ed etica nel nostro tempo - 1984
[3] - Democrito di Abdera, allievo di Leucippo, co-fondatore con lui dell’atomismo, vissuti nello stesso periodo socratico.

domenica 1 luglio 2012

Viaggiando nell’Ue tra vinti e falsi vincitori!


Il Vertice Ue di questi giorni ha sancito una semplice cosa: l’Ue non c’è, ed è al di là dal venire.
Esiste sulla carta, ha una moneta teorica, ma … null’altro. È rimasta un’idea solo abbozzata e mai sviluppata!

Monti, fedele al suo cliché di professore universitario – dove bisognava far scorrere il tempo prima di staccare – nelle sue abituali, ormai noiose e prolisse conferenze stampa (da SuperMan … mancato), istruisce il volgo plebeo (media servili) sui risultati ottenuti: abbiamo ottenuto il fondo salva spread, Italia e Spagna sono uscite vincitrici da questo vertice, 120 mld per lo sviluppo – in Italia? No, in tutta l’Ue –, nessuna cessione di sovranità e - diciamolo pure - amenità varie come suo solito.
Mancava la tanta sbandierata Tobin tax; ma, si sa: quella sarebbe andata … contro le banche. E, nonostante l’ottimismo di Hollande, vedremo se vagirà prima della fine dell’anno.
Dopotutto se è arrivato fin lassù, facendosi fare senatore a vita per avere un reddito – nonostante ben 1,7 mln di € netti dichiarati, oltre a quelli della … moglie – si vede che una cosa sa benissimo fare: vendere sé stesso.
Però, di solito, chi vende sé stesso, pur essendo un ligio cattolico e uno stimato professore, dentro di sé ha un tabù represso. Che non è quello del cammello che dovrà passare la cruna dell’ago; quello è solo per i … gonzi.
Il suo è: “Ho sempre fatto carriera per le mie capacità, ma anche perché essendo un privilegiato, con un cognome e parenti  importanti, le porte mi si sono aperte facilmente. Ora devo dimostrare a me stesso che sono il meglio che c’è: il Super dei super.”.
Infatti, a molti non serve il meglio del mercato, ma la bandiera da issare solo per farla vedere agli altri. Il simbolo, però, da sé non salva la situazione; proprio come Monti non ha salvato finora e non salverà l’Italia.

I Mercati, a vertice ancora in corso, hanno festeggiato prima, per esplodere poi in una goduria di esaltazione speculativa.
I nostri Titoli sovrani in apertura non riuscivano ad essere quotati: tutti a volerli comprare. Da 460 ptb sono scesi a 406, per poi altalenare su e giù e chiudere a 421,5 ptb.
Che è cambiato? Nulla: alti erano e alti sono rimasti. E quelli spagnoli sono rimasti presso i 500 ptb. Insomma: pesanti tassi da continuare a pagare alla speculazione. Altro che vittoria!
Il successo di tappa è arriso al FitseMib con il suo +6,59%, scoppiettante progresso da Pil a … 2 cifre, con i bancari in grande spolvero e abbondanti recuperi anche oltre il 10% per alcuni big 30.
Tale euforia è giustificata? In parte sì,  perché i mercati oggi guardano al brevissimo e non al breve/medio termine; in parte no, perché la situazione non è cambiata per nulla.

Nel mio articolo precedente[1] avevo delineato perfettamente i risultati minimi che si potevano raggiungere. E così è stato! Ma analizziamo con raziocinio i conclamati risultati.

a)       Il Fondo Esm ha una dotazione di 200 mld di € e potrà essere usato, su richiesta degli Stati bisognosi – Italia, Spagna … -, per intervenire sul mercato per calmierare lo spread. Anche aggiungendo l’Esfm cambierebbe poco.
In questo modo si useranno fondi comunitari, creati come deterrente virtuale per contrastare la speculazione, senza dover incrementare il proprio Debito sovrano.
Monti afferma che l’Italia non ne farà ricorso.
La speculazione, però, la si contrasta modificando le regole di mercato, impedendole quindi di creare danni contro l’economia reale e il benessere.
b)       Il fondo Esm serve anche per salvare le banche spagnole dal crack, perciò come prestito atto a ricapitalizzarle. Si calcola che ne servano minimo 62 mld immediati, ma per solidificarle ne servono almeno 100 mld.
c)       Ne rimarranno 100 mld per usare come antispread. La Spagna ne ha esasperato bisogno perché supera attualmente il tasso pagato del 7%: la via del non ritorno verso il default. Per cui, per contrastare la speculazione internazionale, non si sa per quanto tempo bastino.
d)       Il fatto di dover chiedere per poter accedere all’uso dell’Esm è ovvio che debba sottostare a determinate condizioni. Perciò all’atto della concessione vi saranno delle clausole di salvaguardia da rispettare, che equivarranno, in pratica, a una cessione di sovranità più o meno palese.
e)       120 mld di € per lo sviluppo equivalgono a poco meno dell’1% del Pil Ue. Con la recessione che abbiamo non serviranno a nulla, perché saranno diluiti sui 27 stati aderenti. Lo sviluppo ha bisogno di ben altre somme e percentuali, visto che anche la Germania sta andando in recessione. Soprattutto serve, però, un nuovo modo di fare società e impresa, abbandonando l’attuale neoliberismo fallimentare e la globalizzazione delle multinazionali, puntando ai distretti industriali che facciano filiera con quelli commerciali sul territorio comunitario.

Una domanda interessante sarebbe il chiedersi da dove provengano questi fondi, visto che tutti gli stati hanno Debiti sovrani ingenti e che la stessa Germania ha, in monte complessivo, quello maggiore.
Tutti i fondi comunitari sono a percentuale rappresentativa; ma, non essendoci risparmio, per crearli ogni stato deve aggiungere debito a quello proprio già esistente. Nella pratica sono somme che basano la disponibilità su un debito virtuale.
Perciò se le cose vanno male - come prevedibile – si avrà che avremo debiti superiori e nessun risultato reale di miglioria finanziaria e economica.
Servirebbe anche chiedersi a cosa sono serviti i 1.300 mld immessi recentemente nel mercato dalla Bce per dare liquidità alle banche affamate: le banche stanno peggio di prima, hanno debiti molto maggiori da rendere e il mercato se non è come prima è pure peggio. È stato un tampone provvisorio, come lo sarà lo scudo anti spread.

La JP Morgan ha comunicato nei giorni scorsi che le perdite avute in circa un mese di contrattazione speculativa sui CDS non sono più i 2,3 mld di $ - come all’inizio pareva -, ma a conteggio definitivo hanno raggiunto i 9 mld. Sempre che nel frattempo non ne abbiano prodotti altri.
Un qualificato lettore mi ha chiesto come mai nessuno parli[2] dei pericolosissimi CDS; e aggiungeva, inoltre, che la Deutsche Bank è la quinta banca al mondo ad averne in portafoglio.
Che sia la prima, la quinta o l’ultima non ha importanza. È primaria la necessità di risolvere i problemi finanziari che affliggono tutto il sistema bancario Ue e globalizzato.

Se una banca, ad esempio, ha titoli di vario tipo in portafoglio per 10 mld, questi a valore stabile sono iscritti a bilancio per tale somma. Se il valore dei titoli è incrementato dal corso dei mercati si creano delle plusvalenze, perciò degli utili, provenienti dal possesso (plusvalenza) o dalla compravendita (ricavi). Perciò la banca può distribuire utili (dividendi), o procedere ad un aumento gratuito di capitale proprio per potenziarsi ulteriormente.
Se però il valore decresce di molto – basti pensare che rispetto alle quotazioni 2007 i finanziari abbiano perso circa il 90% - è ovvio che si creino rispettivamente delle perdite, richiamabili a minusvalenze o a ricavi netti in perdita da intermediazione. Perciò la banca avrà delle perdite di bilancio che si possono ripianare: o svalutando il capitale sociale, oppure richiedendo agli azionisti un aumento di capitale.
Perché ciò? Perché la banca si basa sugli affidi dei clienti depositati sui c/c; e se usa tali affidi per speculare non ha più poi i soldi da rendere ai clienti se questi li prelevano. Ecco perché le banche spagnole, davanti ad una media di prelievi di cittadini impauriti di circa 3,5 mld di € giornalieri, siano costrette a chiedere di essere salvate, nonostante le ingenti liquidità avute a suo tempo dalla Bce.

Se Italia e Spagna vanno ad un vertice e chiedono di poter usufruire dell’Esm come anti spread, o per salvare le banche, è ovvio che lo facciano perché non hanno altre risorse a cui poter accedere. La richiesta è di per sé una vera dichiarazione, non tanto di aiuto, ma di insolvenza pratica: dichiarano il proprio fallimento politico.
Monti è stato imposto per fare le riforme necessarie – quali non si è mai capito bene! -, ma la situazione è peggiore di prima. Perciò ha fallito nonostante tutti i voti di fiducia imposti.
Idem per la Spagna, nonostante i governi succedutisi; per non parlare dell’estremo caso Grecia.
Perciò, anche sbattendo i pugni sul tavolo, si chiede, a chi può ancora dare, di essere salvati.

Ottenere la copertura anti spread e salva banche significa essere prossimi al collasso totale, non avendo altre risorse a cui attingere. I partiti che appoggiano Monti[3], infatti, impauriti dalla perniciosa deriva che il bombardamento fiscale ha prodotto su consumi, occupazione e produzione, hanno proclamato il loro assoluto “No!” a nuove tasse, fermando, di fatto, il “tassatore”, almeno per ora.
Le concessioni avute – infiocchettate dall’aureola di vittoria – sono in verità la dimostrazione pratica di: non sappiamo fare le riforme utili, non sappiamo ridurre il Debito, non sappiamo rilanciare l’economia e il Pil, non possiamo mettere altre tasse e … salvateci! Diversamente salta Ue e €.
E, per paradosso assurdo, è anche il sistema giustificativo per non fare proprio nulla, in attesa delle prossime politiche.

Tutti danno la Merkel – anche in patria – per sconfitta. In effetti, è quella che non stravince, ma comunque “vince”, pur perplessa, per evitare il peggio.
Ribadisce però le sue linee guida per i prossimi mesi per poter procedere: unione politica, ministero (o Governo) delle finanze Ue, no assoluto alla condivisione del Debito sovrano, passaggio di poteri dalle Bcn alla Bce sulle banche, rigorismo dei bilanci e necessità di intervenire per bloccare la speculazione dei mercati.
Non sarà la sua ispirazione, ma di sicuro è quella del suo ferrato Ministro delle finanze.
Vedremo a breve – non solo domani o questa settimana – la reazione dei mercati, che comunque non schizzeranno sempre all’insù.
Gli Eurobonds non devono essere intesi come condivisione del Debito, ma come sola condivisione garantita del tasso.
Perché diversamente tutto crollerà per le ignave cicale che, non sapendo far altro che insegnare a chi lavora come  … lavorare, con l’anti spread e il salva banche ci porteranno tutti all’inferno.

Concludendo: il Vertice ha prodotto il minimo indispensabile e i vincitori professi sono, in effetti, coloro che stavano annegando e sono stati salvati.
Il fatto che siano stati salvati dai vinti è un piccolo ulteriore passo verso un’Ue vera, politicamente e economicamente valida, anche se molta strada c’è ancora da fare.
Si spera solo, per il bene di tutti, che non ci si fermi qua; e che i falsi vincitori riconoscano che così non si può più procedere oltre.
Diversamente crolla tutto: Ue, €, banche, stati e tutto il sistema sociale.

Una breve parentesi - pur fuori dal tema trattato - vorrei riservarla alla forzata sospensione di una trasmissione radio serale - peraltro molto seguita ed apprezzata - che si è vista imporre lo stop di 2 mesi perché le analisi di giornalisti ed esperti, di ogni schieramento politico e sociale, in risposta alle domande dei temi economici di giornata esposte da radioascoltatori in diretta, facevano le pulci all’operato del Governo.
La giustificazione ufficiale è che la  critica indeboliva il Governo.
Non volendo aggiungere altro voglio solo chiedere: siamo ancora in Democrazia, dove la critica, basata su un’analisi approfondita e dettagliata, è un fatto altamente costruttivo perché può evidenziare errori di procedura e indicare vie alternative?



[1] -  Quell’Euro tanto decantato, tanto apprezzato … tanto disastrato e tutto da rifondare.

[2] - L’archivio pubblico in questo blog dimostra che dei CDS (famiglia Derivati) ne trattavo già in articoli nel 2008.
[3] - Lo stesso discorso vale anche per Racoi in Spagna.