martedì 24 dicembre 2024

Preparing a mission.

Da molto non prendo la penna in mano; e per questo ho ricevuto spesso diverse sollecitazioni. Non ho, tuttavia, motivazioni e voglia per farlo.

Sono in un periodo felice, dove l’“otium” impera, senza l’assillo di impegni o di necessità (negotia), oltre a quelle genetiche di sopportare gli acciacchi dell’età.

In questi giorni ho ricevuto la gradita visita di Sesac. Perciò ne approfitto per pubblicare il suo ultimo racconto, che, come sempre, tratta della vita di un tempo che fu degli animali della Foresta.

Colgo l’occasione per porgere a tutti i lettori i miei più sinceri auguri di

Buon Natale e felice Capodanno!

Sam Cardell

Tratto da “i Dialoghi” di Sesac

Preparing a mission.

 

Leone s’era da tempo ritirato da ogni attività. Viveva beato solo, visto che pure l’anziana Madame se n’era andata. Il fido Billyno gli era compagno, anziano pure lui, intento perlopiù a sonnecchiare beato sulla sua poltrona; mentre la Leonessa era tenuta lontano da impegni familiari nei patri lidi.

Alcuni vecchi malanni s’erano nuovamente manifestati, costringendolo a riposo assoluto e a cure massicce per diversi mesi.

L’avvento della bella stagione lo aveva visto riprendere con cautela gli abituali sport di altura, portandolo in estate ad una discreta forma fisica; non eccelsa, ma comunque accettabile, visti i presupposti e l’età. Certo, i bei tempi se n’erano andati da decenni e gli “anta” si accumulavano sempre più, avvicinandolo alla fatidica soglia della quarta età, ormai molto prossima e pronta, a breve, a varcare l’uscio.

 

In quel tempo” in Eurachia governava “Bamboleggia Bambogioca”, come la chiamava Leone. Era una stagionata patatina, minuta assai e rinsecchita, con i capelli sempre in perfetto ordine, come se fosse al ballo delle debuttanti. Per credersela costei se la credeva assai, anche se diversi smacchi li aveva avuti, restando talora senza … seggiola. Era affiancata da altre “fèfle” (termine di patois celtico che indica quelle che se la credono solo e … basta), ch’erano, un po’ ovunque, diventate di … moda. Erano … trendy.

Dai Galletti regnava molto malamente “Il plagiato dalla nonna”, così chiamato per la sua predilezione ad accompagnarsi alle nonne stagionate e incartapecorite. Nella perfida Albione e in Patatonia si alternavano in diversi, visto che duravano poco.

In Itachia v’era “Tappina”, così detta per la sua … grande statura, tutto pepe e niente arrosto. Bilanciata a Sx dalla “Mula di Parenzo”, intenta al belante bèbèbè forsennato, digrignando la mascella, usata in guerra da Sansone, senza alcun costrutto programmatico, se non al … bisex.

A Est, nella terra di confine, v’era il “Bullo energumeno”, intento per lo più a fare il frate questuante, o, come dicevano molti altri, l’accattone. Era considerato da molti il paraculo dei bisonti.

Dai Bisonti v’era il “Vecchio demente”, rimbambito dall’età a tal punto da non sapere molto spesso chi lui fosse e dove si trovasse.

Nell’estremo est governava il gelido “Algido”, così detto per il suo aspetto glaciale inespressivo.

 

Nell’orbe terracqueo la situazione era politicamente preoccupante, giacché i Bisonti facevano i soliti attaccabrighe, lanciando il sasso e nascondendo la mano. Com’era loro solito, e quasi sempre per procura.

Costoro non avevano mai vinto una guerra, eccetto un paio; e anche in questo caso non per merito proprio, ma di un loro occasionale alleato, da loro considerato perlopiù un nemico. Per la serie: i nemici del nostro nemico sono (per il momento) nostri amici.

Sicché il mondo era tutto in subbuglio e il fuoco distruttore si diffondeva un po’ ovunque, rendendo l’insignificante e pasciuto “Tunghina bianca” sempre più dedito a maggiori preghiere, esortazioni, penitenze e digiuni, senza che la situazione migliorasse. Anzi, tendeva sempre più a peggiorare, portando i maligni a insinuare che facesse solo finta, visto che era sempre più obeso; tanto da temere che se fosse stato punto casualmente da uno spillo, avrebbe potuto far collassare anche la Peter house.

Or avvenne, che, data la situazione, Leone venisse … richiamato in servizio. Lui non se la prese affatto. Prima rifiutò, mandandoli tutti a quel paese; poi, stando fisicamente un po’ meglio, pensò che si sarebbe pure divertito. Pretese solo, come suo solito, mano libera.

Sapeva che a ’sto mondo vi può essere un invasore e un invaso, ma pure un provocatore e un provocato. E che spesso i due binomi sono correlati e vanno a braccetto: non vi può essere il primo binomio senza la correlazione al secondo. Perciò, molto spesso, l’invaso corrisponde al provocatore.

 

Era il periodo delle ferie. Una libellula prese Leone a bordo e lo portò lontano in altura. Ma non per fare vacanze o sport, bensì a lavorare e istruire alti ranghi.

Nell’armadio dell’appartamento a lui riservato gli fecero trovare un vestito nuovo della sua taglia, pregandolo d’indossarlo durante le mansioni di servizio: blu scuro, con fascia trasversale azzurra, adornato sulle spalle da un rombo quadrato con una stella ad ogni angolo. Leone per curiosità lo trasse dall’armadio, lo guardò, poi lo rimise dentro sussurrando e scuotendo la testa: “Idioti!!!”. Non lo indossò mai e lo videro sempre con l’abituale casual sportivo. Nessuno si azzardò a dirgli qualcosa.

Durante il soggiorno ne approfittò anche per effettuare alcune salite in altura in vari modi, raggiungendo e calcando anche il tetto di Eurachia. Ovviamente sfruttando il tempo libero.

 

Giuse l’autunno e Leone, sollecitato da più parti, decise di scendere fisicamente nella mischia. Anche perché una simile mission avrebbe necessitato della sua presenza.

La forma fisica non era ancora tale da permetterglielo; perciò si diede da fare per migliorarla.

La Tona, considerati i suoi trascorsi atletici giovanili, aveva voluto inviargli in omaggio per i suoi servigi una Leopard, potente Mtb che veniva usata in campo aperto in determinate situazioni.

Leone imparò in poco tempo a padroneggiarla, effettuando diverse uscite su percorsi impegnativi e lunghi, coprendo in un paio di mesi alcune centinaia di km.

Finché, un giorno, un banale e celato tratto ghiacciato lo tradì, facendolo ruzzolare per diversi metri. Benché dolorante Leone si rialzò e, rimontato in sella, nonostante le ammaccature si fece altri 36 km per tornare alla base, buona parte dei quali in salita.

Sogni di gloria svaniti? Neanche un po’; perché - come diceva spesso Leone - non tutto il male vien per nuocere. Talvolta è pure … molto utile. E Leone lo prese come tale.

 

Per superare l’infortunio avuto Leone se ne stava molto a letto in assoluto riposo, spesso sonnecchiando beatamente.

Or avvenne che, mentre dormiva tranquillo, una voce familiare si manifestasse nella sua testa.

D: Ciao, Leo, come ti va?

L: Toh, chi si rivede. Era parecchio che non Ti facevi vivo. Benvenuto!

D: Ma no. Pure in ospedale ti visitai più volte durante la tua lunga degenza, pur sotto mentite spoglie.

L: Ma va! Non dirmi che avevi vestito i panni francescani del fraticello Luca, quello che dalla rabbia si speluca. Ahaahhh.

D: Burlone! In effetti fu così. Mi accompagnai in incognito a lui. Ricordo anche che fosti un po’ cattivello, oltre che monello. Me lo disorientasti a tal punto con la tua dialettica forbita che per un po’ andò in crisi.

L: Ahahah, questo mi spiace (eufemismo). Spero che l’esperienza gli possa essere poi stata utile, oltre che istruttiva e che non abbia perso la fede.

Però, dimmi: come mai quando raggiunsi più volte la croce delle vette non Ti facesti sentire?

D: Semplice, Leo: eri sempre in compagnia. Non mi sembrava il caso.

L: Ok! Qual buon vento Ti porta?

D: Desideravo un po’ parlare con te di attualità. In special modo di ciò che sta avvenendo da diverso tempo.

L: Da quando in qua l’Omnisciente ha bisogno di essere edotto da un comune mortale sugli avvenimenti geopolitici?

D: Semplice. Mi pare che tu in certe cose abbia le mani in pasta e ne capisca.

L: Adulatore! Mi pare proprio il contrario, essendo fuori da ogni gioco.

D: Su, non cercare di fregarmi. So bene come ti accolsero quando entrasti il primo giorno in quella grande sala dove tenesti la relazione introduttiva.

L: Mi sfugge! Delucidami un po’.

D: Non fare lo gnorri! Sai benissimo che, quando varcasti l’ingresso, scattarono tutti in piedi sull’attenti e poi seguì un grande fragoroso applauso.

L: Vero, mi ricordo il fatto. Non però che fosse per me.

D: Dai, tu infatti facesti, come una sfinge, una delle tue solite scene, dove spesso neppure Io capisco subito se fingi o no. Ti mettesti in un angolo, come intento a scoprire per chi fosse quell’accoglienza e chi stesse per entrare.

L: Vero! Sai che certe accoglienze mi sono indigeste.

D: Infatti le tue prime parole furono poi: “Non mi fate più un simile scherzo; diversamente toglierò il disturbo, lasciandovi orfani e soli.

D: Dimmi che ne pensi degli attuali conflitti.

L: In effetti non sono diversi conflitti, ma uno solo, giocato in zone diverse. Comunque su ciò dovresti sentire i tuoi accoliti di Avvenire, che sanno tutto e il contrario di tutto, con editoriali che spesso usano una logica talmente degenerata che neppure le teorie sociali di Overton possono giustificare.

D: Ti dirò che lo guardo poco. Pure a Me paiono molto arruffati.

L: Vedi, i Bisonti sono quelli con il più alto Debito, non solo statale, ma pure individuale e familiare. E, guarda caso, le grandi crisi sono sempre iniziate nei loro centri finanziari. Nonostante tutto, vogliono comandare ovunque e per questo sono i più odiati ovunque.

D: Dici?

L: Dico, dico! Per capirci meglio lascia perdere per un attimo la storia della Foresta e guarda a quella umana degli ultimi due secoli.

D: Beh, però la Grande Depressione cominciò con il crollo della Borsa di Vienna.

L: In Europa sì, ma ciò avvenne a maggio del 1873. E quando la situazione stagnava eccoti oltreoceano, a settembre, il fallimento della Jay Cooke & Company, che stravolse i mercati finanziari. Crisi che si protrasse per quasi 5 lustri.

Poi capitò nel 1929; e poi ancora nel 2008 con la Lehman Brothers. Cosa che, essendo ciclica, tra non molto avverrà di nuovo. Non mi meraviglierei affatto se questa volta a saltare fosse una Multinazionale, pur se difficile. E dopo queste crisi finanziarie che avvenne? Le guerre!

D: Insomma, la vedi un po’ buia.

L: Non direi. Perché ho citato solo le maggiori crisi, seguite dai due conflitti mondiali.

La storia insegna che dalle guerre loro ne han sempre tratto grandi profitti, anche perché, tolta la Guerra civile, sono sempre state combattute lontano da loro. Molti morti e grandi distruzioni non ne hanno mai avuti. Ciò grazie alla loro posizione geografica, che finora li ha isolati geograficamente, quindi protetti. Ovviamente, un conflitto nucleare cambierebbe tutto, non solo per loro, ma per tutti.

D: Tornando all’attualità e alla vita della Foresta, in estate ti ho visto scontrarti con diversi strateghi, contestando le loro teorie come fallimentari. Tanto che fosti accusato d’essere “filo…”.

L: Direi normale dialettica. Poi, come sai, non le mando a dire. Dopotutto i fatti mi stanno dando ragione.

D: Riparlami di quella dettagliata elucubrazione che ribaltò i loro concetti strategici, basata molto sulla Finestra di Overton.

L: Il discorso è un po’ lungo e parte da molto lontano. Non dai tuoi primi figli, Adamo ed Eva, ma poco ci manca. Ahahahhh.

I Bisonti sono un coacervo di popoli, che per essere governato, avendo molteplici identità, ha bisogno della democrazia dittatoriale, perciò manipolata. Proprio come è avvenuto anche in Eurachia.

I governanti, posti al comando, sono specchietti per le allodole, quindi per attrarre consensi. Chi briga e dirige tutto è l’Economia con tutte le sue ramificazioni: assetto sociale, consumi, risparmi e produzione. Tutto ruota attorno alla produzione, che deve essere quindi smaltita nei consumi. Questi, secondo i periodi, possono essere diversi, spingendo sui prodotti di consumo sociale o militare.

D: Scusa, Leo, mi vorresti dire che alla base c’è una programmazione meticolosa che sfugge alla Democrazia vera, perciò al voto?

L: Proprio così. Una volta gli animali lavoravano per mangiare, oggi, invece, per spendere. Assioma: prima era lavorare per mangiare, ora guadagnare per consumare.

D: E la Finestra di Overton?

L: Questa serve a far accettare al popolo quello che sarebbe normalmente inaccettabile. Perciò è la scienza sociologica che manipola la massa: nei consumi, nelle esigenze, nei costumi, nella morale, nelle degenerazioni, nelle … guerre, nel votare. Cambia le necessità e la coscienza delle persone, perciò i Valori. Le spinge in terreni su cui non si sarebbero mai avventurate prima, perché ritenuti innaturali.

D: Fammi alcuni esempi, Leo.

L: Bene! La guerra è universamente dannosa all’esistenza dell’individuo, perciò è eticamente inaccettabile. Per farla digerire al popolo, visto che poi è quello che la combatte e per cui spesso muore, si mettono in campo diverse ragioni: una volta era la difesa della religione e della patria, ora la difesa dell’integrità territoriale e l’esportazione o la difesa della democrazia. Perciò si conclama continuamente coi media nuove verità, che in effetti sono falsità, come: liberare un popolo dalla dittatura, affermare che il “nemico” di turno sta costruendo o possiede armi di distruzione di massa (chimiche, virologiche o atomiche) e via dicendo. Supportando queste affermazioni con documenti costruiti ad hoc, ma in effetti falsi.

Guardando le “invasioni” degli ultimi decenni, specie se guidate e fatte dai Bisonti, notiamo che le prove fotografiche satellitari di siti chimici o atomici del presunto paese dittatoriale, mostrate a lungo sui media per giustificare l’operazione militare, non hanno poi avuto alcun riscontro pratico nella realtà.

Perché se l’invasione è condotta dai Bisonti questa non è un’invasione, bensì un’operazione militare per esportare democrazia, sostenere e liberare popoli oppressi, e via dicendo. Che poi, a lungo andare, tutte queste “operazioni” siano finite in sconfitte, disfatte o ritirate, conta poco, perché il popolo ha memoria corta e viene bombardato mediaticamente con nuove verità costruite a tavolino, che verità poi non sono, bensì falsità.

Poi abbiamo il campo della coscienza e della morale, perciò il sociale. Qui si cerca di far passare per naturale e come conquista da raggiungere quello che è innaturale, sotto l’egida del progressismo e della libertà individuale da conquistare: degenerazione e depravazione sessuale, uso e abuso di dopanti e stupefacenti, diritti sociali slegati da ogni dovere. E via dicendo.

Infatti oggi la gente che dice? Ho il diritto! Non dice mai: ho il dovere. Perché, come ben sai, Buon Dio, non esiste un diritto senza un dovere.

D: Perché prima dicesti “democrazia dittatoriale”?

L: Perché vi sono due sistemi di governo di tipo democratico, considerato che il concetto di democrazia si basa sul suffragio universale, quindi sul voto. Entrambi i sistemi sono dittatoriali.

Quello occidentale è un sistema democratico dittatoriale basato apparentemente sul voto, che poi viene disatteso o manipolato nella realtà. Infatti vi sono stati delle votazioni referendarie o programmatiche che poi sono state negate dai poteri istituzionali, che han fatto l’opposto.

Quello orientale è un sistema democratico autoreferenziale, dove il gruppo che è egemone nel potere, si arroga il diritto di decidere per tutti.

Sono sistemi politici che provengono da situazioni sociali, storiche e culturali diverse. Non a caso il primo viene praticato a ovest e il secondo a est. In pratica il quesito escatologico ha dato a est e a ovest risposte diverse, con la conseguenza di generare anche religioni diverse. E, come sai, le guerre sono sempre iniziate prima nelle sacrestie, poi negli stati.

D: Questo mi è chiaro. Infatti, sin dai tempi antichi le guerre avevano matrice religiosa, più guerre tra Dei che tra uomini. Anche se poi a combatterle erano gli uomini. Ogni religione, anche quelle poi estintesi, hanno creato sistemi etici e sociali diversi tra loro.

Riprendi la situazione attuale delle guerre in corso.

L: Come dicevo è un’unica guerra. Infatti vi sono due schieramenti: quello occidentale che può contare su poco meno di un miliardo di persone, quello orientale che può contare su diversi miliardi di persone. Il conteggio include anche i possibili alleati dei due blocchi, più o meno politicamente schierati. Poi ci sono quelli che per ora stanno alla finestra a guardare, spesso i Paesi del Terzo Mondo.

In pratica si contrappongono due mondi: quello dell’opulenza e dei consumi e quello dell’essenziale e, talora, della sopravvivenza.

Come è sempre avvenuto sono poi sempre i pochi che vogliono comandare i molti.

D: Scendi alla realtà, come facesti nella tua relazione.

L: Ok! Limitiamoci al conflitto principale.

Il Bullo energumeno combatte per procura, considerato che ciò è ormai riconosciuto pubblicamente da tutti, compresi quelli che gli han dato il mandato di farlo.

La guerra sua, ovviamente, era già persa al suo inizio e se non fosse stato per i Bisonti e i loro alleati, che lo foraggiano d’armi, di soldi e tecnologia, si sarebbe chiusa prima di iniziare. Sai benissimo che con quella terra ho contatti e le notizie che mi han fatto pervenire sono in contrasto con quelle della propaganda mediatica. È uno stato fallito finanziariamente da oltre un decennio, ormai pieno di distruzione, invalidi, vedove e orfani e con milioni di emigrati per sfuggire al conflitto. Se non avesse chiuso le frontiere ai maschi maggiorenni (costretti al fronte), non avrebbe neppure un esercito, perché sarebbero tutti emigrati. Per la serie: viva la libertà individuale e di movimento.

La democrazia là non esiste, essendoci una dittatura. Oltre ad essere lo stato più corrotto di questo mondo.

Tuttavia, ciò che interessava ai bisonti, non era difendere la democrazia (inesistente), ma altre due cose: tastare la capacità dell’avversario e rafforzare la propria economia a scapito di quella degli alleati e del nemico avversario.

Si è iniziato con le vecchie armi datate su entrambi i fronti, considerato che per smaltirle costa più che usarle. Poi, via via, si sono introdotte i nuovi armamenti, sempre più sofisticati, anche se da entrambe le parti avverse ci si è guardati bene dallo scoprire tutte le proprie potenzialità.

Il battage da Finestra di Overton ha continuato a sfornare mendaci fesserie mediatiche sempre più, accompagnate dalle continue sanzioni, che da parecchio hanno superato le decine.

Stando a ciò si è conclamato che il nemico sarebbe fallito entro pochi giorni, poi che sarebbe restato senza armi, poi che con la controffensiva sarebbe stato ricacciato e sconfitto, poi che sarebbe andato in violenta recessione e quindi in bancarotta. E tante altre simili fesserie; mentre nella realtà le cose sono andate ben diversamente e il nemico è più prospero di prima.

Ergo: ora si comincia a parlare di trattative di pace, perché in pratica la guerra è persa: nel campo militare e in quello politico/finanziario. Chi combatte per procura è rimasto senza uomini, nonostante, anche se non ufficialmente, gli alleati abbiano schierato alcuni battaglioni propri sotto mentite spoglie.

Chi ha avuto i danni maggiori? Gli alleati dei Bisonti. Infatti sono rimasti senza materia energetica a basso costo, sono andati in recessione, hanno tensioni sociali all’interno, han perso buona parte del proprio mercato estero, i loro governi che hanno iniziato a foraggiare la guerra sono passati, o passeranno a breve alle opposizioni, hanno la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica contraria alla guerra e han dovuto aumentare la spesa di riarmo a scapito della spesa sociale.

I Bisonti, invece, hanno aumentato il loro Debito sovrano, per gli enormi finanziamenti atti a sostenere, militarmente e finanziariamente, il belligerante per procura. Nello stesso tempo, però, hanno migliorato il loro commercio estero per la vendita agli alleati di materia energetica, derrate ed armamenti, peggiorando però i rapporti politici con molti altri stati.

Mentre, l’avversario, ha consolidato e potenziato i rapporti economici e militari con altri stati amici, oltre a riconvertire velocemente l’industria pesante in armamenti militari.

Tutto ciò indica già chi in effetti ha vinto la competizione e chi ha perso.

D: Ora che avviene?

L: Quello che è sempre avvenuto: si chiuderanno le ostilità, alcuni personaggi saranno rimossi e per via diplomatica si farà quello che andava fatto prima di iniziare, allora boicottata volutamente da alcuni.

A meno che, per testardaggine non si faccia degenerare ulteriormente la situazione. Il guerreggiare non cesserà, ma si sposterà su conflitti minori, come è sempre avvenuto.

D: Domanda indiscreta, Leo: cosa bolle nella tua pentola? Tempo fa mi parve di vedere dei preparativi.

L: Attualmente nulla. Infatti la cucina ora è spenta e le pentole tutte nella cassapanca. Farò come Te, da … remoto.

D: Bene, hai glissato, ma sei stato anche molto esaustivo. Ora ti lascio riposare. Tanti auguri, Leo.

L: Ok. Auguri pure a Te. E fatti coprire bene, per non beccarti un malanno subito dopo il primo vagito.

 

E mentre Billyno, sulla sua poltrona, sognava beato sotto la copertina, Leone si girò sul fianco e continuò a dormire.

Il futuro non lo impensieriva affatto, perché, come diceva un tempo quando la situazione era critica “Il massimo che possa capitare è di morire. Più di così non si può.”

 

Sesac


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