In
morte di
Mauro Tesi.
Dio è morto?
Sta la verde bergenia al sol,
che primavera annunzia con
tepido calor,mostrando fiera di San Giuseppe il fior
e nobilitando la corte con bocciol rosa.
Tristo s’en sta il deserto
borgo.
Una sdentata vecchia or ora
sola s’en vatra le strette viuzze con il logoro mantel,
becero e nero di fumante pece zuppo.
Invisibil va, qual certo tristo
ladro,
trainando seco con sordido roco
rumorla falce adunca sull’acciottolato scuro,
lorda di fetido sangue nero e grumo.
La gente chiusa in casa sta
di timor pervasa per la
moderna peste,che ai suoi cari strappa specie l’anzian,
che sol s’en muore senza conforto alcuno.
Neppur la salma rende ai
suoi,
per la degna pietà di
sepoltura giusta.Druido non c’è che benedizion e prece dia,
ma sol il freddo duro legn racchiude il tristo.
Sull’uscio, al sol, il villan
sta.
Mira afflitto e mesto la
corte ben sbarrata.Alcun lamento gli esce dall’amara bocca,
perché il petto pervaso dal dolor s’è chiuso.
Infine il guardo volge al
ciel
e nel silenzio cupo dentro sé
impreca:Dio, che fai lassù; forse ciò non vedi?
Lasci tutti morir? Forse pur tu sei morto?
Nessun commento:
Posta un commento