giovedì 12 marzo 2020

Viaggiando tra le pieghe del coronavirus.

 
ovvero
 
Il malvezzo di inseguire i buoi fuggiti dalla stalla.
 
Poco prima che il coronavirus si manifestasse anche in Italia, ebbi in casa la visita di tre cattedratici, che mi onorarono di fermarsi anche a pranzo.
Si discusse di molte cose fino a sera. Uno degli argomenti trattati fu la possibilità che il coronavirus esplodesse anche da noi.
Gli amici furono abbastanza ottimisti; io sostenni che il primo caso era dietro l’angolo e che poi, in breve, la situazione sarebbe esplosa come in Cina. E addussi tre ragioni: a) l’incapacità dei politici a gestire e prevedere certe situazioni; b) i mancati controlli di prevenzione sul traffico internazionale delle persone; c) la fallace interpretazione e la presunzione che per dirigere uno stato basti avere conseguito un pezzo di carta.
Oggi, infatti, e non solo a livello politico, c’è troppa sicumera nel buttarsi in politica e ad assumere certe cariche. Molti politici oggi paiono o delle macchiette trasandate uscite da un quadro di Vincent van Gogh o degli impeccabili figurini strapazza femmine. E con queste persone non si va molto lontani.
In passato, per lavoro, ebbi la possibilità di incontrare in varie parti del mondo molti politici di elevato livello; e spesso, incontrandoli e vedendo la loro pochezza umana e culturale, mi sono chiesto: ma costoro come hanno fatto ad arrivare fin qui?

L’Italia in circa tre settimane ha raggiunto e superato di slancio i quindicimila contagi, con circa mille morti.
In compenso vi sono politici che affermano che noi stiamo facendo scuola nel mondo. Quale scuola? Forse quella della demenza operativa e dell’assoluta carenza preventiva?
Il tutto secondo il detto sapienziale antico: chi si loda si imbroda.
Eppure alcune voci, comprese quelle di alcuni governatori, s’erano levate in anticipo perché si provvedesse a mettere in quarantena preventiva chi arrivasse da zone (molto) infette. Ne sortì che costoro furono tacciati di razzismo sia sui media che da diversi esponenti politici.
Un ministro, manifestando la sua assoluta contrarietà a ciò, giunse addirittura a tirare in ballo i diritti costituzionali. Onestamente direi: quelli della sua insipienza culturale, nonostante il ruolo ricoperto, e della sua assoluta ignoranza operativa. Perché la domanda semplice è: dove sono finiti ora gli stessi diritti costituzionali? Lo diciamo ai morti, privati pure del funerale?
Devo sottolineare che per nostra fortuna abbiamo però una sanità efficiente e preparata, anche se non potrà reggere molto a lungo una mole così imponente di lavoro.

Analizzando i fatti si ha che i provvedimenti presi cambiano di giorno in giorno. In pratica il Governo cerca di inseguire i buoi fuggiti dalla stalla da molto tempo.
La scuola? Prima non si può chiudere (ah, quei diritti costituzionali!), poi si chiude in alcune regioni, poi si proroga la chiusura, poi si polemizza con alcuni governatori che emettono decreto di chiusura nella regione di loro competenza, poi le si chiudono ovunque per due settimane e infine, due giorni dopo le si chiudono per un mese. Salvo precisare subito dopo che … poi si vedrà.
Lo stesso ragionamento vale per le zone rosse, per le attività commerciali, per i trasporti e chi più ne ha più ne metta. Infine per le libertà personali.
E non è molto confortevole che nelle altre nazioni Ue stia avvenendo la stessa identica cosa.

L’economia è una questione quasi dimenticata, riscoperta marginalmente dal Governo all’ultimo istante.
Prima si stanziano 3,5 mld, poi 7, poi forse 10, forse ne serviranno 15, ora se ne stabiliscono 25. Basteranno?
Il Pil scenderà di qualche decimale nel primo trimestre. Si afferma! Decimali? Molto ottimisti i nostri governanti.
La Borsa in tre settimane ha perso la metà di capitalizzazione, ma al Governo non se ne preoccupano. Almeno finora. Oggi ha perso quasi il 18%.
Forse qualcuno al Governo ha considerato l’idea di chiudere la Borsa sine die per salvaguardare la capitalizzazione delle aziende e delle banche, oltre che i risparmi dei cittadini? Qualcuno dei nostri sapienti e ultra preparati ministri non ha mai saputo che quando vi sono simili sconquassi ciò avviene per le (immorali) vendite allo scoperto che affossano i listini e che da decenni avrebbero già dovute essere messe fuori legge?
Questo è un mondo particolare: quello della globalizzazione, della Via della seta e di tutte le castronerie varie di cui i politici odierni si ammantano e si vantano. Indifferenti al fatto che l’economia di una nazione venga via via prostrata e distrutta.
Perché è ovvio che tutto ciò va a profitto di tutte quelle multinazionali finanziarie a cui è tutto concesso e che, con solerte efficienza, spesso finanziano gli avvenenti politici, più o meno idioti, scelti appunto perché facilmente malleabili ai loro progetti. Multinazionali che, bontà loro, possono permettersi il lusso di buttare (legalmente) sul mercato milioni di azioni in un solo secondo, magari senza possederne una.

In Cina, quando la situazione ha cominciato a degenerare, hanno sollevato immediatamente dal loro incarico tutti i funzionari e i politici locali che s’erano dimostrati inefficienti e incapaci di gestire la situazione.
Da noi (Italia e Ue) il popolo sopporta che costoro s’ergano sul piedistallo quali salvatori della patria, per di più blindati dalla Presidenza della Repubblica. Perché, come si sa, il popolo bue non solo è sempre mazziato, ma pure cornuto.

Chi pagherà i danni di questo sconquasso sociale e economico? Mattarella, Von der Leyen, Conte e i vari ministri? No, il popolo! Che ora è blandito con l’elemosina (non si sa ancora quanto e per quanto) di un sussidio provvisorio per l’impossibilità di lavorare e produrre.
Che oltre a subire malattia e lutti si sente ogni giorno dire che comunque i morti avevano tutti patologie pregresse. Ciò sarà pur vero, anche se è ovvio che con la necessaria e dovuta prevenzione ciò si sarebbe evitato e che oggi sarebbero ancora vivi e vegeti.
I danni saranno incalcolabili e noi ci ritroveremo sul groppone la dilatazione del Debito sovrano, la necessaria ricapitalizzazione delle banche e delle aziende, un’economia dilaniata da una crisi maggiore di quella del 2008 e da cui non ci siamo ancora ripresi. Ciò porterà altra disoccupazione e ulteriori tasse.

L’influenza stagionale, stando alle statistiche, secondo l’Istat produce 250/300 morti in media a settimana tra gli anziani soggetti a patologie varie.
Il coronavirus in effetti è molto più blando, ma secondo l’Oms – che lo ha dichiarato ieri pandemia – contagerà il 60% della popolazione mondiale entro due anni. E la sua diffusione è rapida e catastrofica per la vita sociale e per l’economia, come già in Cina ha ampiamente dimostrato.
Ora il problema è quello di arginarlo, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
In Ue che succede? Ci si lamenta perché Trump ha chiuso ai collegamenti aerei con l’Europa per salvaguardare gli Usa. Sempre che non sia già troppo tardi. Come già molte altre nazioni han fatto con l’Italia.
Forse avrebbe dovuto aspettare d’essere nella stessa situazione della Cina e dell’Italia per correre ai ripari.
Tiremm innanz, disse Amatore Sciesa mentre veniva portato al patibolo. Credo che ciò sia ora la sola speranza del popolo. Anche se è bene sottolineare che molti non hanno ancora compreso nulla di ciò che sta succedendo. Politici compresi.


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