Pur non entrando nel merito della sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum, mi pare ovvio ricordare che quando una Corte dichiara incostituzionale una legge dopo ben 8 anni dalla sua promulgazione, questa sentenza sia già di per sé … incostituzionale. Nel frattempo vi sono state ben 3 competizioni elettorali politiche.
Qualcuno potrebbe obbiettarmi che la Corte ha preso in mano la legge perché alcuni han fatto ricorso contro di questa. Sicché se ne deduce – secondo logica e non secondo diritto – che la stessa legge sarebbe rimasta costituzionale se nessuno avesse sollevato ricorso.
I sindaci vengono eletti grosso modo con una medesima legge; però, non essendo stato sollevato nessuno ricorso, tutto procede ancora perfettamente in modo “costituzionale”.
La giustizia italiana si sa come sia disastrata, nonostante i lauti compensi percepiti dei giudici. Ne consegue che pure quella della Corte Costituzionale non faccia eccezione al malvezzo dei ritardi operativi.
Quando una legge viene approvata, con la firma del Capo dello Stato diventa operativa.
Anche se non immediatamente ma in un lasso di tempo ragionevole, dovrebbe vigere la regola che la Corte la dovrebbe analizzare per stabilirne la costituzionalità, in modo che non vi possano essere disfunzioni in futuro. E 8 anni non sono un lasso di tempo … ragionevole!
Decadendo il Porcellum è ovvio che si creino dei problemi giurisdizionali particolari.
Nel nostro caso attuale: la legittimità dei parlamentari eletti odierni (e passati) e tutti i loro atti istituzionali, compresa, ovviamente, la legittimità istituzionale di maggioranze, Governi, Capo dello Stato e di tutto ciò che da loro derivi o sia derivato.
Perché se ciò che da tempo è consuetudine d’uso – quindi pure il Porcellum – fosse indice di legalità e quindi di costituzionalità, allora già per questa regola la sentenza della Corte sarebbe … incostituzionale.
I Forconi dilagano in Italia, anche se non sono una marea. Bastano per bloccare strade, trasporti e ferrovie.
Poco prima di loro gli agricoltori avevano invaso il Brennero e a loro s’era subito unito un Ministro.
Gli studenti alla Sapienza non gradiscono 4 ministri e li contestano, costringendoli ad asserragliarsi nell’Aula magna protetti dalla Polizia.
In molte città gli stessi studenti si schierano con i Forconi e contestano non solo questa dirigenza politica, ma soprattutto il Governo. Il loro intento è mandarlo a casa.
I sindacati, notoriamente favorevoli e acquiescenti con i governi di Sx, tornano unitariamente in piazza e in sciopero, proprio mentre il Pd perde tutta la sua connotazione ex-comunista con Renzi alla segreteria.
I trasporti pubblici vanno in sciopero, paralizzando il traffico, specie a Torino, dove memori dei disastri sul trasporto pubblico del novello “taumaturgo” Renzi a Firenze, di privatizzazione non ne vogliono proprio sentir parlare.
Questi sono fatti che indicano un grave dissenso e disagio sociale.
Dissenso e disagio che nelle piazze può essere cavalcato da qualche partito, ma che è estraneo ai partiti stessi.
È la società civile, specie quella maggiormente provata e prostrata dalla crisi, che scende in piazza e chiede
una sostanziale inversione di marcia in tutto. Inversione che nessun partito è in grado oggi di recepire e incarnare.
I partiti, specie quelli all’opposizione, tendono a cavalcare la protesta. Altri a stringere alleanze transnazionali con partiti similari o che si battono contro l’Ue e l’€, capeggiati da Marine Le Pen. Ciò in vista delle prossime elezioni comunitarie del maggio p.v.
Difronte a questo marasma sociale di costituzionale e di costituzionalità rimane ben poco, sia perché la classe politica ha portato l’Italia e i Paesi mediterranei alla disoccupazione e alla povertà, sia perché ha prodotto la crisi a iniziare dagli anni ’90, senza non solo prevederla, ma pure fronteggiarla e risolverla.
Nulla di fenomenale se, nonostante gli ottimistici proclami ufficiali, il popolo tenda a rumoreggiare sempre più convinto (e arrabbiato), e Letta, col suo Governo, a temere che una deriva protestataria possa innescare una situazione esplosiva.
Quando ciò avviene si sa come si comincia, mai come si finirà. Con tanti saluti sia al costituzionale che alla costituzionalità.
La sentenza della Corte Costituzionale, nonostante le smentite di rito della Boldrini e di Napolitano, ha in pratica sancito che buona parte dei parlamentari sono illegittimi, essendo stati eletti secondo un meccanismo incostituzionale. Illegittimi molti parlamentari, illegittima la maggioranza, illegittimo il Governo.
Da ciò ne deriva che pure i Governi precedenti lo siano stati, avendo avuto un appoggio maggioritario illegittimo. Pure lo stesso Napolitano non sfugge a questa conseguenza, giacché è stato eletto da una maggioranza illegittima per ben 2 volte.
Se poi si considera che se oltre al premio di maggioranza sono state dichiarate incostituzionali anche le liste bloccate, va da sé che tutti risultino illegittimi.
La costituzionalità, allora, dove sta?
Nel buon senso!
Il buon senso, purtroppo, non è quasi mai una prerogativa politica. Se lo fosse non saremmo nella situazione attuale e ai cittadini già ad inizio crisi si sarebbe detto la verità.
Quale? Abbiamo concesso alla grande finanza, banche commerciali comprese, di speculare e creare prodotti virtuali fittizi e estremamente pericolosi, non solo rastrellando e bruciando capitale, ma impiegando pure il risparmio privato raccolto. Ciò ha prodotto la crisi finanziaria che si è riversata poi sull’economia e infine sulla società.
Se lasciamo fallire le banche sarà peggio per tutti. Perciò, cari cittadini, tutti dovete pagare per errori e peccati non vostri.
Chi fu padre ed artefice di queste concezioni finanziarie virtuali? In Italia corrisponde al nome di Giuliano Amato, perché sotto di lui furono legalizzati sia i prodotti finanziari virtuali (Derivati) sia la concessione alle banche commerciali di diventare anche banche d’affari - (denominazione tecnica che sottintende la possibilità di effettuare speculazioni finanziarie anche facendo ricorso al risparmio dei depositi) -. Concessione che, ovviamente, fu ratificata dal Parlamento.
Amato ora dove sta oltre ad essere considerato tra i pensionati d’oro? Prima fu nominato supertecnico dal governo Monti (con Bondi e Giavazzi), poi, ora, alla Corte Costituzionale nominato da Napolitano.
Quando la crisi esplose gli Usa corsero subito a mettere in sicurezza le banche. Lasciarono sì fallire per dare un esempio la Lehman Brothers, ma facendo l’errore di sottovalutare gli effetti domino che ciò comportava. Infatti, spesero poi, con la Fed, 10 volte quello che salvandola avrebbero risparmiato.
L’economia Usa, pur all’inizio con risultati non eclatanti, stette comunque sempre positiva, seppur di poco.
L’Ue, invece, sotto la linea rigorista della Merkel, fece il contrario, puntando a tamponare la situazione caso per caso e salvando le banche irlandesi solo in via trasversale, cioè finanziando il Governo di quel paese che aveva salvato le banche.
Si puntò a salvaguardare i Debiti sovrani, cercando in modo smisurato di ridurli. La conseguenza oggi è sotto gli occhi di tutti.
Solo dopo, e ora, si cercò e si cerca di mettere in sicurezza le banche.
Conseguenza: il Debito greco lo si è dovuto riconvertire 2 volte e molte nazioni le si sono ridotte alla povertà.
Fu una costituzione economica e mentale … incostituzionale, perciò irrazionale.
La Corte Costituzionale è composta da 15 giudici: 5 nominati dal Presidente della repubblica, 5 dal Parlamento in sessione plenaria, 5 dalla Magistratura (Corte di Cassazione, Corte dei conti, Consiglio di Stato) che li sceglie al suo interno.
Facendo i debiti conti dall’avvento della Repubblica, compresi gli attuali, sono stati nominati 104 giudici, rispettivamente da: 36 dai vari Presidenti della Repubblica, 32 dal Parlamento, 22 dalla Corte di Cassazione, 7 dalla Corte dei conti, 7 dal Consiglio di Stato.
Analizzando i dati complessivi si nota che: 49 sono professori universitari, 42 sono giudici, 13 sono avvocati.
Il che, considerata la competenza professionale, porta alla considerazione che l’incostituzionalità vera sia stata, per il Porcellum, l’incapacità di analizzarlo prima. E prima del Porcellum anche il Mattarellum, a cui molti politici vorrebbero tornare.
Il popolo Pd – e non solo – ha incoronato Renzi nuovo segretario. Il quale, con la baldanza da guascone che gli è propria, al suo primo discorso ufficiale ha cominciato col dare del buffone ad alcuni avversari (Grillo), perpetuando quella sottile educazione di Dolce stil novo che gli è propria. Avversari, ovviamente, che hanno raccolto più voti del suo partito (Pd) e che senza il premio di maggioranza del Porcellum, essendosi piazzati come primo partito (M5S) nazionale alle ultime elezioni politiche, sarebbero oggi il primo partito di maggioranza relativa nei 2 rami del parlamento.
Da sottolineare che il popolo che ha eletto Renzi segretario è lo stesso che non molti mesi fa lo bocciò sonoramente, dando a Bersani la quasi identica percentuale che lui ha ottenuto ora.
Ovviamente nel Pd si cerca continuamente il messia: prima si sciolsero tutti d’entusiasmo per Veltroni, poi per Bersani e ora per Renzi. Salvo poi “rottamarli” subito. Fine che pure l’attuale nuovo segretario farà tra non molto per varie ragioni: arroganza, scarsa visione politica, incapacità di produrre e ideare un serio disegno politico e sociale.
È il “nuovo” che avanza. Un nuovo da costituzione mentale … incostituzionale. Un nuovo che sa di putrido già al suo nascere. Un nuovo che prende le mosse da esercizi spirituali condotti da un gesuita – ovviamente non mentali per incapacità dell’ipotalamo – che gli fanno credere d’essere il nuovo messia investito dallo Pneuma. Ovviamente un messia che si rivelerà di cartone, tant’è che molti esperti lo indicano apertamente come una testa … vuota (eufemismo), piena solo di spot senza costrutto.
Il Pd è abituato agli svarioni propagandistici “vittoriosi”. Lo fu per Occhetto, poi per Veltroni e ora lo è stato per Bersani. Il suo popolo cerca il generale vittorioso e crede che cambiando cavallo si possa risolvere la situazione.
Ovviamente dopo il crollo del Muro di Berlino l’idea socialista è andata in crisi; ma economicamente lo è sempre stata. Ad oggi non hanno ancora trovato una nuova ideologia da proporre al popolo, con la quale costruire una nuova società.
E, stranamente, il candidato che ha cercato di proporre (abbozzandola) un’idea progettuale nuova di partito è quello che nella corsa è arrivato ultimo (Civati). Indice ineccepibile di come il popolo di Sx sia in grado né di riconoscere la differenza tra progettualità e conclamazione (mediatica), né di capire dove e come abbisogni cambiare.
Porcellum o Mattarellum cambia poco. Entrambi non sono stati in grado di dare stabilità e Governo continuativo all’Italia. Ogni nuova legge elettorale non sfuggirà a questa regola di disfacimento sociale, perché la casa la si costruisce dalle fondamenta e non dal tetto, come può essere una legge elettorale.
Quando la casa è fatta si può pensare al tetto idoneo a dargli valore e a proteggerla a lungo; non prima.
I partiti oggi si formano e si dissolvono in un batter d’ali. Per cui si corre a cambiare il nome e il simbolo del partito per proporlo come cosa nuova, mentre invece è decrepito. Oppure cambiando segretario.
Rottamare può e è uno spot, specie se vuol dire dare il comando ai giovani in anagrafe e non nella testa delle idee …, testa magari nella realtà solo pretenziosa.
Renzi s’è creato una squadra che a vederli pare di bambolette e bambolotti, tra i quali il reuccio si cala alla perfezione, secondo il vecchio proverbio: Giove li fa, indi li pera.
Si spera che siano tutti … ideologi … sopraffini.
Letta fa il Decreto per eliminare il finanziamento pubblico ai partiti, già abolito a sua tempo da un referendum popolare. Rientrato poi in forma nuova a gabellare gli elettori dalla finestra, senza che la Corte Costituzionale, a decenni di distanza, vi abbia messo becco per dichiararne l’incostituzionalità sulla base della volontà popolare espressa dagli elettori. Volontà che, ovviamente, sarà stata … incostituzionale.
Tale Decreto dovrà essere convertito in legge entro 60 g, ragion per cui non è detto che diventi operativo.
Ma, indipendentemente da ciò, analizzando il Decreto si nota che il vituperato finanziamento dovrebbe scomparire nel 2017 e non subito. Strano a dirsi Letta fu a lungo il vice di Bersani, il quale fu a suo tempo l'acerrimo oppositore all’eliminazione del finanziamento.
Ora con Renzi il Pd pare voler cambiare pagina. Come? Mettendo il finanziamento sul piatto a baratto per ottenere l’appoggio del “buffone” M5S per la legge elettorale. Solo che i buffoni rendono il finanziamento che gli spetta, mentre Renzi, bontà sua, è sempre e solo campato di politica.
Insomma: una costituzione … mentale … incostituzionale da vecchia prima repubblica.
L’Ue, ora che la Merkel ha ripreso il timone della Germania con la grosse Koalition, riprenderà a macinare austerità. Infatti, il Ministro alle finanze è sempre lo stesso.
Uscire dall’€ è difficilissimo, perché senza un progetto ben definito si rischierebbe il disastro totale. Rimanerne all’interno, se non cambierà la politica economica comunitaria, sarà ugualmente il disastro, prima dei paesi più deboli e poi di quelli più forti.
Letta, il narciso italiano, può ben vantarsi d’aver lavorato bene finora, avendone ben donde dopo i pasticciacci dell’IMU e di alcuni suoi ministri dimissionati o sostenuti.
Renzi preme per dare un’impronta personale e quasi dittatoriale sia al Pd che al Governo, bramando di sostituire Letta il prima possibile. Entrambi, in ambito Ue e davanti alla Merkel, faranno comunque la figura dei polli di Renzo, di manzoniana memoria.
Pure questo è l’indice indiscusso di una costituzionalità politica essenzialmente incostituzionale.
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