In politica vi sono molti modi di operare ed ognuno sceglie il suo.
Alcuni, spesso, mi hanno invitato a scendere direttamente nell’agone politico, magari tirandomi più volte per la giacca. Non ho mai dato ascolto a queste sirene. Neppure quando, 2 decenni fa, un noto professore, poi ministro, venne in casa a “supplicarmi” e a offrirmi tutte le garanzie del caso. Da Cassandra qual sono gli evocai uno scenario che, infatti, si realizzò. Aveva comunque spalle forti e testa dura, per cui passò indenne la tempesta.
Un analista – penso – dovrebbe essere sempre indipendente. Per indipendente non intendo autonomo, né slegato da ogni realtà o visione politica; però per essere oggettivo non deve essere inglobato in alcuna fazione. Ne sarebbe condizionato.
L’impegno politico lo si può fare in molti modi; quello maggiore è forse quello di pensare, ideare e progettare una società diversa nella fattiva capacità di donare ad altri il proprio impegno intellettuale: offrire innovazione! Per la manodopera – braccianti – vi è già una schiera nutrita, anche se oggi spesso molto avida e interessata.
Il nostro mondo è in rapida evoluzione, non tanto perché oggi idee e necessità “corrano” più di ieri, ma perché il sistema politico occidentale – compreso quello italiano – ha abdicato al compito a cui è preposto, degenerando pure nell’etica e nella morale.
I partiti si sono invecchiati troppo, basandosi su delle leadership talmente longeve che hanno tramutato l’impegno, e l’entusiasmo iniziale, in professione parlamentare lucrosa e ricca di benefit presenti e futuri.
Si è prodotta una casta inamovibile e immarcescibile!
Troppi esponenti politici sono inoltre impreparati culturalmente e incapaci a svolgere il loro compito. Ciò è un immenso danno per la nazione, proprio perché a rappresentare il cittadino assai spesso ci va quello “più affamato” di raggiungere una posizione privilegiata e onorifica, anziché colui che sarebbe veramente utile. Ciò è uno dei limiti della democrazia moderna, proprio perché si basa su dei rapporti di interessi che creano “amicizie” di tipo lobbistico all’interno di ogni formazione politica.
La tecnologia della rete raggiunge oggi le persone in modo diverso e anche settoriale. Nella rete vi sono corners dove si affrontano tematiche sociopolitiche complesse, altri dove si fa socialità spiccia, altri dove si fa comunicazione in modo diverso e quasi subliminale.
Twitter - a mio modo di vedere - può essere considerato, con la sua semplicità e brevità espressiva, il luogo d’incontro dove con poche parole si può anche comunicare un grande pensiero, basato sull’attualità del momento. È un luogo di comunicazione diretta e selezionata di ricevere informazioni, e di poterle pure dare in uno scambio anche reciproco. Si può essere attivi e passivi, secondo le proprie capacità e intendimenti. Si possono dare notizie o commenti, idee o critiche, scambi interpersonali o individuali basati sul dialogo breve del mutuo consenso.
Con lo spirito di ampliare e sviluppare in modo maggiormente completo il lavoro che già dalla nascita della rete svolgo, da un po’ di tempo mi sto cimentando pure in Twitter, talora anche con quel sorriso ironico – atto a sdrammatizzare - che è utile a comunicare in poco tempo e poco spazio. Non tutti, infatti, sono in grado di seguire ragionamenti complessi, articolati e strutturati, né, magari, ne hanno voglia e tempo.
Twitter non è un impegno leggero, specie se si deve essere propositivi.
Tuttavia lo espleto volentieri, onde scambiare idee e pensieri con tutti quelli che mi sono vicini. Almeno fin quando tempo e salute me lo concederanno.
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