Da ieri, splendida Pigi, non sei più con me.
Sei andata a goderti il tuo meritato riposo dopo circa 18 anni di laboriosa e preziosa collaborazione.
In me c’è un vuoto: il vuoto di te!
E non solo in me, ma pure in Billy, in Madame e negli altri che ieri, per l’ultima volta, ti hanno salutato ringraziandoti per essere stata tanto fedelmente con noi. Titti, l’ultima che avevi conosciuto, lo aveva fatto ad inizio anno, quando per gli impegni era partita.
Io l’ho fatto alcune ore dopo, verso mezzodì, quando lasciandoti a casa tua, dove 18 anni prima ero venuto a prenderti in una serata autunnale, ti ho dato un semplice buffetto con queste parole:
“Grazie, carissima Pigi, sei stata sempre splendida! Goditi il meritato riposo. Ciao!”
Dopo me n’ero andato con la tua nipotina, Pigi nel cognome come te, che proprio tu alla fine dell’anno mi avevi raccomandato come nuova collaboratrice con queste poche ma significative parole:
“È come sua zia. Ha lo stesso Dna nelle vene, ma è più tecnologica di me!”.
Passando una decina di minuti dopo di nuovo davanti a casa tua ti ho cercato con lo sguardo, ma tu non c’eri già più: ti eri già … appartata.
Lasciandoci non eravamo tristi, ma commossi, anche se il tempo ci aveva concesso di metabolizzare il distacco.
La mattina l’abbiamo passata sbrigando gli ultimi impegni abituali: viaggiare, pratiche e commissioni varie tra banca e agenzia. È stato come rendere con un diversivo meno traumatico il distacco.
Insieme abbiamo costeggiato parte del lago d’Iseo in una radiosa e limpida giornata di sole; abbiamo goduto della vista delle vette che entrambi conoscevamo a menadito avendole salite tante volte: Diavolo di Tenda, Grabiasca, Pradella, Concarena, Bagozza, … e Adamello, tanto per citarne alcune.
Ci siamo scambiati le ultime parole sul mio imminente impegno all’Expo, che mi vede ora impegnato.
Già da tre anni dovevi fermarti; ma poi, insieme, abbiamo deciso di “voler” proseguire, fianco a fianco, anno dopo anno. E sono stato felice di farlo e … d’averlo fatto!
Anche quest’anno ero tentato di farlo, ma poi i tuoi stanchi piedi abbisognavano ben più di un nuovo paio di scarpe.
Tu non dicevi nulla e avresti accettato con gioia di andare avanti. Ti sentivi, nonostante i piedi, pienamente attiva nel fisico, anche se priva della piena brillantezza giovanile ch’era solo in parte scemata.
Ho, pertanto, deciso io per te!
Anch’io in questi anni passati insieme ho perso tanto e ho palesato gli acciacchi dell’età, peggiorati ulteriormente dalle disavventure avute.
Ricordi, Pigi, il tragico anno 2.000?
Eravamo insieme quella sera di fine novembre, quando quella ragazzina neopatentata abbandonò la sua corsia di marcia per venire proprio addosso a noi ch’eravamo fermi in parcheggio.
Ci colpì con la sua auto e ci scaraventò 8 m più avanti.
Tu ammaccata, ma sostanzialmente sana, anche se dolorante e ferita; io che finii in ospedale e poi passai un anno di calvario tra paralisi, stampelle e analisi e cure varie. Ci misi 3 anni per ritornare completamente autonomo, anche se i postumi li sento ancor oggi.
E tu, sempre fedele accanto ad accompagnarmi ed ad … incoraggiarmi. Pure a Como sempre mi portasti, dal notissimo Prof. Me… che mi rimise gradualmente in piedi.
Grazie anche per … questo, Pigi!
Poi, se ricordi, mi dissero: “Neoplasia!”; e non feci una grinza. Superai, con te sempre vicina, pure quella.
Vi sono stati pure i grandi momenti felici!
Quando tornavamo stanchi a sera dopo una giornata intensa e Billy correva intorno a te volendo saltare tra le tue amorevoli braccia. Sai quanto era felice di farlo; pure a lui manchi ora e si … vede dalla sua espressione.
Ricordi quando alla domenica si usciva insieme alla compagnia in montagna? O quando, nei primi anni con te, si svernava in un mese di vacanza invernale a Borghetto in Liguria?
Oppure quando ci si caricava e si andava a ristrutturare rifugi in montagna, ospiti benvoluti e … desiderati nella direzione di tutto?
Oppure quando salendo in cascina Billy voleva fare le corse con te da Poiana? E tu lo lasciavi quasi sempre … vincere!
Belli quei momenti vissuti nella spensieratezza della gioventù allora ancora prorompente, o ultimamente con l’età che avanzava implacabile per noi.
Come pure fu bello quell’anno che dovetti andare in quella capitale per un importante incontro. Ci andai con te, insieme!
E avvicinandomi al luogo chiamai per telefono e dissi:
“Sto arrivando con la mia collaboratrice! Codice A92… Avvisate all’entrata che non voglio intoppi.”.
Il “portiere”, vedendoci puntare decisi all’ingresso, ci si fece incontro e davanti alla sbarra ci ordinò imperiosamente di allontanarci ch’era zona …
Non mi scomposi e dal finestrino abbassato lo apostrofai:
“Tout de suite, jeune homme, ouvre, que je n’ai pas temps à perdre ! Code A92…”.
E quello, inebetito dalla meraviglia nel vedere due conciati alla “paesana” come noi, a scattare sull’attenti per la parola magica, tanto che se non lo solleticavo di nuovo ad aprire era ancora là a … bocca aperta.
Entrammo e parcheggiammo davanti all’ingresso principale nel posto che l’addetto ci indicò e ch’era stato per noi designato, tra lo stupore generale dei presenti, e tra tante auto dal nome blasonato e manichini mollemente vestiti non solo per l’abito inappuntabile, ma pure nella testa.
Ma là, in quel posto, forse non sapevano ancora che l’essenza vera di una persona non è l’apparenza, né il titolo, bensì ciò che uno sa realmente fare da sé, senza il codazzo di lacchè che attornia sempre servile il potente di turno.
Tu, splendida Pigi, non sei mai stata servile con me!
Ci siamo sempre dati del tu; e sempre ho apprezzato la tua tenacia, la tua resistenza, il tuo non essere mai stanca e la tua grande capacità operativa.
Non hai mai avuto pretese, ma dato tanto! Mai nessun’altra mi ha dato tanto quanto te!
Quante volte dopo giornate intense, faticose e impegnative ti dissi:
“Pigi, sei grande e encomiabile! Brava!”.
E non abbiamo mai contato le ore perché si faceva quello che c’era da fare.
Grazie, splendida Pigi!
Ci siamo conosciuti per caso perché avevo bisogno di una nuova collaboratrice e si era nel tempo delle ferie estive.
Un conoscente mi disse:
“Vai dai F.lli Bettoni e vedrai che ti sapranno indirizzare bene!”.
Ci provai e … conobbi te: semplice, non appariscente, socievole, scattante, preparata, tenace e addirittura minuta; di un minuto che celava in sé una forza e una resistenza possente.
Conobbi pure loro e … l’affabilità, la disponibilità e l’umanità di Italo.
Lui se n’è andato in pensione prima di te e ci siamo rivisti proprio il giorno che mi accompagnasti, con la bella Titti, a stabilire le ultime procedure per la tua nipotina. Fu una bella rimpatriata per essere la fine dell’anno.
Come mi trovo con lei?
Sai, al primo impatto tecnologico, se tale lo consideriamo, sono andato in crisi, mentre lei mi guardava impassibile e curiosa, quasi intimorita dalla fama che le avevi … inculcato.
Le ho detto:
“Signorina Pigi, invece di stare a guardare mi dica come si fa che supero subito la mia evidente ignoranza con questo congegno.”
E lei di risposta:
“La zia mi ha raccomandato di darle sempre del tu, perché lei così vuole; ma, se lei mi da del lei, mi diventa impossibile farlo, caro Prof. Ing. Dottor … Sam!”.
E mi indicò la procedura da fare mentre, divertito, ridevo.
Mai nessuno mi “gratificò” di tanti … titoli insieme. Sorprese della vita!
Mi trovo bene con lei e pure di questo ti ringrazio, splendida Pigi.
Passare insieme, fianco a fianco, 18 anni è una … vita, specie se fatti viaggiando.
Quanti km abbiamo percorso insieme? Circa 10 volte il giro della Terra sulla linea dell’equatore.
In pratica ho passato più ore con te che con i miei cari congiunti.
Volendo tradurre i nudi dati del solo viaggiare insieme, in ore otteniamo, pressa poco, più di un anno intero ininterrotto.
Ma il tempo passa e travolge le nostre intenzioni ed emozioni.
Vi sono persone che nella vita sono “cose”; e cose che nella vita diventano “persone”.
Tu, splendida Pigi, sei una “Persona” che fa parte di me: della mia vita passata e del mio ricordo futuro.
Abbiamo passato, nonostante i programmi, ancora 15 g fianco a fianco: giorni felici e gioiosi!
L’ultima settimana è stata laboriosa al massimo e tu sei sempre stata altamente produttiva e professionale.
Mercoledì pomeriggio non avresti più dovuto essere con me, ma poi ti volli ancora rimandando il distacco al giorno dopo.
Forse per il mio stato fisico non ottimale è stato un pomeriggio di commozione, nel quale gli occhi mi si sono inumiditi più volte pensando ch’era il momento del distacco e dell’… addio. Era pure piovoso e il meteo si uniformava alla nostra commozione, che non era però mestizia: era un modo di esprimersi, senza parole, il "grazie" reciproco!
Poi, invece, abbiamo passato ancora insieme tutto il giovedì, pressati dal lavoro, partendo carichi come non mai.
Abbiamo … finito la settimana insieme, lasciandoci senza lacrime come due che il giorno dopo sarebbero stati … di nuovo insieme.
La presenza della tua nipotina mi rende meno penosa la tua assenza e la allieta con la sua esuberante gioventù; troppa per uno che è giunto ormai alla terza età.
Per quanto brava sia non credo che possa essere superiore a te. I giovani non sono come noi.
Ma un vuoto in me c’è: l’assenza di te!
Ciao, splendida Pigi!
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