Gli
eventi di questi giorni m’inducono a una riflessione, che voglio esplicare in
due modalità: politica ed economica.
Politica
Il Governo, a mio parere, di là
dai giornalieri proclami ha sempre brancolato e brancola ancora nel buio.
Grazie
alla sua ignavia operativa ha portato la nazione a essere impreparata e in
ritardo rispetto agli eventi che rapidi si sono susseguiti in seguito al diffondersi del coronavirus. Stiamo assistendo a una
tragedia.
Tutte le
alte cariche dello Stato si premurano di affermare continuamente, fino alla noia,
che il Sistema
Italia
sta facendo scuola nel mondo. Ciò è però falso: è il Sistema Cina che ha fatto e fa
scuola, considerato che questo governo l’ha adottato e copiato dopo tante
indecisioni e tergiversazioni con notevole ritardo. E pure molto male, in modo
sommario e a pezzi.
Dire che
tutte le nazioni e l’OMS lodino il nostro operato è vero nella mediaticità formale delle
dichiarazioni, ma falso nella sostanza. C’è forse qualcuno che pensa che tutti
costoro possano affermare, sic et simpliciter, che siamo stati “imbecilli”,
considerato che bene o male tutti stanno subendo la stessa fine?
Il
preventivo controllo sul traffico aereo internazionale in pratica non è mai
esistito; ed è stato adottato solo dopo che il contagio si stava diffondendo in
modo preoccupante nel lodigiano. Perciò a frittata già fatta.
Il
blocco della mobilità (trasporti) e la restrizione delle libertà individuali si
è fatto solo parzialmente dopo molti tentennamenti, quando ormai il coronavirus stava decimando la Lombardia e il Nord, nonostante i continui solleciti dei governatori. Senza
parlare poi della chiusura delle scuole e delle attività commerciali non
indispensabili alle necessità primarie.
Emblematica
di tutto ciò e l’Ordinanza Regionale odierna di Zaia, costretto a intervenire in Veneto per tamponare un Dpcm non ancora emesso, nonostante la gravità della situazione.
La Sanità ha fatto e sta
facendo miracoli, riconvertendo interi reparti e adibendo molte sale operatorie
come sale di terapia intensiva o di rianimazione. Ammirevole in ciò è stato il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che in pratica ha retto l’onda imponente dei contagi con una rapida e
drastica riconversione d’interi reparti e aumentando ovunque, dove possibile, i
posti letto. Affiancato in ciò dagli altri ospedali satelliti del circondario,
sia pubblici sia privati.
Sempre
più insistenti e pressanti sono diventate le richieste di aiuto sia degli
ospedali che delle Asl per scongiurare il collasso totale. Quasi ignorate dalle
decisioni governative.
La
creazione veloce di ospedali aggiuntivi, compresi gli ospedali da campo,
comincia a delinearsi solo ora, più per volontà delle amministrazioni regionali
e locali che per decisione governativa. Ciò avviene solo dopo 40.000 contagi e
4.000 morti.
In quasi
un mese l’Italia ha conquistato a fronte di 60 mln di abitanti il record,
quando in Cina con 1,38 mld se ne sono avuti meno; e noi siamo solo all’inizio.
A
contraltare di tutto ciò abbiamo la quotidiana conferenza stampa della Protezione Civile sul coronavirus,
intenta a snocciolare dati su contagiati, guariti e morti, che lascia il tempo
che trova pure negli stessi numeri.
Per
rendersene conto della veridicità basta osservare le pagine dei necrologi sui
giornali locali e gli annunci funebri affissi nei vari comuni, per capire che i
dati snocciolati sono molto, molto parziali, se non la metà dei casi reali.
Economica
I
continui decreti in materia del Governo, quasi giornalieri, sono il termometro
della situazione. Sono sempre fatti con molto ritardo e sommari. Ciò significa
che le idee sono carenti e che i vari ministeri sono impreparati e spiazzati da
una simile situazione.
Gualtieri ha tanto decantato
con tanta lungimiranza (?) la “sua” manovra economica e il risparmio che si
sarebbe avuto sullo spread, da ritrovarselo poi sui 350 punti. E buon per noi
che la Bce è intervenuta massicciamente con 750 mld a placare per ora le acque.
Eppure,
quando il Def fu redatto e approvato, le avvisaglie di recessione erano già
palesi e sottolineate dai mercati. Come pure era già evidente le gravità dei
contagi in Cina.
La
correzione della manovra economica per l’emergenza virus può essere considerata
sufficiente se tesa a tamponare una situazione immediata, non certo per
fronteggiare una crisi e una recessione che potrà essere probabilmente
superiore e offuscare quella del 2008, non solo in Italia, ma in tutta l’Ue e
nel mondo.
Parlare
di una riduzione del Pil di un paio di decimali, quando sarà negativa, come
minimo tra il -5/10%, significa solo non capire nulla.
Questo
governo pare che speri nel Mes, nella dilatazione a oltranza del Debito, nella
politica monetaria della Bce, nella benevolenza dello spread (perciò dei
sottoscrittori, che dovrebbero finanziare a tassi negativi), nella possibilità
che il coronavirus si dissolva quasi d’incanto, come un brutto sogno, proprio
mentre l’OMS afferma che durerà almeno due anni con probabile riacutizzazione
autunnale.
L’Ue
sarà tutta in recessione. Lo prova il fatto che, a fronte dei 25 mld stanziati
dal governo Conte, la Germania ne abbia già messi in cantiere 550.
La
diversità delle cifre in gioco e l’imponenza delle previsioni teutoniche delineano
uno scenario nero: sia sociale per l’impatto del virus, sia economico per una
sicura e feroce recessione.
Considerata
quasi certa l’abolizione del Patto di stabilità con il vincolo del 3%, la
domanda semplice è: l’Italia intende forse portare il Debito sovrano a 3.000
mld a breve per reggere la crisi in arrivo? L’Ue le farà tanta “beneficenza” e
a quali condizioni? L’Ue, che finora a parole si è detta benevola, esisterà
ancora o si disgregherà facilmente sotto i colpi inesorabili della crisi?
I
mercati in un mese circa hanno dimezzato ovunque la propria capitalizzazione;
ma dopo alcuni tentativi di rimbalzo scenderanno ancora, nonostante la politica
espansiva (più correttamente: difensiva) della Bce.
Perché è
ovvio che una tale manovra o è molto temporanea, oppure con l’imponente e
continua immissione di liquidità creerà una grande inflazione/svalutazione e la
morte di molte aziende, con una conseguente successiva impennata dei prezzi.
Per ora
questo governo, a contraltare, ha concesso un altro prestito (donazione) ad
Alitalia di 600 mln. Ad una società cotta e decotta che già da almeno un
decennio doveva essere lasciata fallire o liquidata. Proprio nel momento in cui
il trasporto aereo sta crollando ovunque e solide e sane società del settore
rischiano la bancarotta.
In Italia
si è distrutta, con la scusa dell’Ue, buona parte dell’industria, con la
giustificazione che bisognava puntare sul terziario, forza emergente del
futuro.
Da paese
industriale manifatturiero siamo diventati un paese fondato sull’effimero del
contingente. Perché tanti prodotti
conveniva importarli dall’estero, in quanto là costavano molto meno. Pure il
coronavirus, infatti, l’abbiamo avuto a
… costo zero!
Domanda
semplice: in un mese dov’è finito il turismo e l’alberghiero e quanto tempo
(anni) ci vorrà prima che si riprendano? Oppure negli alberghi, dopo averci
messo (a nostre spese) i migranti, ora ci metteremo i malati, trasformandoli in
una miriade di lazzaretti? Qualcuno crede ancora che la gente, a epidemia
finita, riprenda a scorrazzare allegramente come prima per il mondo?
Quanto
resisterà il sistema Italia?
Ai posteri
l’ardua sentenza.