Da molto non prendo la penna in mano; e per questo ho ricevuto spesso diverse sollecitazioni. Non ho, tuttavia, motivazioni e voglia per farlo.
Sono in un periodo felice, dove l’“otium” impera, senza l’assillo di impegni o di necessità (negotia), oltre a quelle genetiche di sopportare gli acciacchi dell’età.
In questi giorni ho ricevuto la
gradita visita di Sesac. Perciò ne approfitto per pubblicare il suo
ultimo racconto, che, come sempre, tratta della vita di un tempo che fu degli
animali della Foresta.
Colgo l’occasione per porgere a
tutti i lettori i miei più sinceri auguri di
Buon Natale e felice Capodanno!
Sam
Cardell
Tratto da “i Dialoghi” di Sesac
Preparing
a mission.
Leone s’era da tempo ritirato da ogni
attività. Viveva beato solo, visto che pure l’anziana Madame se n’era andata. Il fido Billyno gli era compagno, anziano pure lui, intento perlopiù
a sonnecchiare beato sulla sua poltrona; mentre la Leonessa era tenuta lontano da impegni familiari nei patri lidi.
Alcuni vecchi malanni s’erano
nuovamente manifestati, costringendolo a riposo assoluto e a cure massicce per
diversi mesi.
L’avvento della bella stagione lo
aveva visto riprendere con cautela gli abituali sport di altura, portandolo in
estate ad una discreta forma fisica; non eccelsa, ma comunque accettabile,
visti i presupposti e l’età. Certo, i bei tempi se n’erano andati da decenni e
gli “anta” si accumulavano sempre più, avvicinandolo alla fatidica soglia della
quarta età, ormai molto prossima e pronta, a breve, a varcare l’uscio.
“In quel tempo” in Eurachia governava “Bamboleggia Bambogioca”, come la chiamava Leone. Era una stagionata
patatina, minuta assai e rinsecchita, con i capelli sempre in perfetto ordine,
come se fosse al ballo delle debuttanti. Per credersela costei se la credeva
assai, anche se diversi smacchi li aveva avuti, restando talora senza …
seggiola. Era affiancata da altre “fèfle” (termine di patois celtico che indica
quelle che se la credono solo e … basta), ch’erano, un po’ ovunque, diventate
di … moda. Erano … trendy.
Dai Galletti regnava molto malamente “Il plagiato dalla nonna”, così chiamato per la sua
predilezione ad accompagnarsi alle nonne stagionate e
incartapecorite. Nella perfida Albione e in
Patatonia si alternavano in diversi, visto che duravano poco.
In Itachia v’era “Tappina”, così detta per la sua … grande statura, tutto pepe e niente arrosto.
Bilanciata a Sx dalla “Mula di Parenzo”, intenta al belante bèbèbè forsennato, digrignando
la mascella, usata in guerra da Sansone, senza alcun costrutto programmatico,
se non al … bisex.
A Est, nella terra di confine, v’era il “Bullo energumeno”, intento per lo più a fare il
frate questuante, o, come dicevano molti altri, l’accattone. Era considerato da
molti il paraculo dei bisonti.
Dai Bisonti v’era il “Vecchio demente”, rimbambito dall’età a tal punto da non sapere molto spesso chi lui fosse e dove si trovasse.
Nell’estremo est governava il gelido “Algido”, così detto per il suo aspetto glaciale inespressivo.
Nell’orbe terracqueo la situazione
era politicamente preoccupante, giacché i Bisonti facevano i soliti
attaccabrighe, lanciando il sasso e nascondendo la mano. Com’era loro solito, e
quasi sempre per procura.
Costoro non avevano mai vinto una
guerra, eccetto un paio; e anche in questo caso non per merito proprio, ma di
un loro occasionale alleato, da loro considerato perlopiù un nemico. Per la
serie: i nemici del nostro nemico sono (per il momento) nostri amici.
Sicché il mondo era tutto in subbuglio
e il fuoco distruttore si diffondeva un po’ ovunque, rendendo l’insignificante
e pasciuto “Tunghina bianca” sempre più dedito a maggiori preghiere, esortazioni, penitenze e digiuni,
senza che la situazione migliorasse. Anzi, tendeva sempre più a peggiorare,
portando i maligni a insinuare che facesse solo finta, visto che era sempre più
obeso; tanto da temere che se fosse stato punto casualmente da uno spillo,
avrebbe potuto far collassare anche la Peter house.
Or avvenne, che, data la situazione,
Leone venisse … richiamato in servizio. Lui non se la prese affatto. Prima
rifiutò, mandandoli tutti a quel paese; poi, stando fisicamente un po’ meglio,
pensò che si sarebbe pure divertito. Pretese solo, come suo solito, mano
libera.
Sapeva che a ’sto mondo vi può
essere un invasore e un invaso, ma pure un provocatore e un provocato. E che
spesso i due binomi sono correlati e vanno a braccetto: non vi può essere il
primo binomio senza la correlazione al secondo. Perciò, molto spesso, l’invaso corrisponde
al provocatore.
Era il periodo delle ferie. Una
libellula prese Leone a bordo e lo portò lontano in altura. Ma non per fare
vacanze o sport, bensì a lavorare e istruire alti ranghi.
Nell’armadio dell’appartamento a
lui riservato gli fecero trovare un vestito nuovo della sua taglia, pregandolo
d’indossarlo durante le mansioni di servizio: blu scuro, con fascia trasversale
azzurra, adornato sulle spalle da un rombo quadrato con una stella ad ogni
angolo. Leone per curiosità lo trasse dall’armadio, lo guardò, poi lo rimise
dentro sussurrando e scuotendo la testa: “Idioti!!!”. Non lo indossò mai e lo videro sempre con l’abituale casual sportivo.
Nessuno si azzardò a dirgli qualcosa.
Durante il soggiorno ne approfittò
anche per effettuare alcune salite in altura in vari modi, raggiungendo e
calcando anche il tetto di Eurachia. Ovviamente sfruttando il tempo libero.
Giuse l’autunno e Leone,
sollecitato da più parti, decise di scendere fisicamente nella mischia. Anche
perché una simile mission avrebbe necessitato della sua presenza.
La forma fisica non era ancora tale
da permetterglielo; perciò si diede da fare per migliorarla.
La Tona, considerati i suoi
trascorsi atletici giovanili, aveva voluto inviargli in omaggio per i suoi
servigi una Leopard, potente Mtb che veniva usata in campo aperto in
determinate situazioni.
Leone imparò in poco tempo a
padroneggiarla, effettuando diverse uscite su percorsi impegnativi e lunghi,
coprendo in un paio di mesi alcune centinaia di km.
Finché, un giorno, un banale e
celato tratto ghiacciato lo tradì, facendolo ruzzolare per diversi metri.
Benché dolorante Leone si rialzò e, rimontato in sella, nonostante le
ammaccature si fece altri 36 km per tornare alla base, buona parte dei quali in
salita.
Sogni di gloria svaniti? Neanche un
po’; perché - come diceva spesso Leone - non tutto il male vien per nuocere.
Talvolta è pure … molto utile. E Leone lo prese come tale.
Per superare l’infortunio avuto
Leone se ne stava molto a letto in assoluto riposo, spesso sonnecchiando
beatamente.
Or avvenne che, mentre dormiva tranquillo,
una voce familiare si manifestasse nella sua testa.
“D: Ciao, Leo,
come ti va?
L: Toh, chi si
rivede. Era parecchio che non Ti facevi vivo. Benvenuto!
D: Ma no. Pure
in ospedale ti visitai più volte durante la tua lunga degenza, pur sotto
mentite spoglie.
L: Ma va! Non
dirmi che avevi vestito i panni francescani del fraticello Luca, quello che
dalla rabbia si speluca. Ahaahhh.
D: Burlone! In
effetti fu così. Mi accompagnai in incognito a lui. Ricordo anche che fosti un
po’ cattivello, oltre che monello. Me lo disorientasti a tal punto con la tua
dialettica forbita che per un po’ andò in crisi.
L: Ahahah, questo
mi spiace (eufemismo). Spero che l’esperienza gli possa essere poi stata utile,
oltre che istruttiva e che non abbia perso la fede.
Però, dimmi:
come mai quando raggiunsi più volte la croce delle vette non Ti facesti
sentire?
D: Semplice,
Leo: eri sempre in compagnia. Non mi sembrava il caso.
L: Ok! Qual
buon vento Ti porta?
D: Desideravo
un po’ parlare con te di attualità. In special modo di ciò che sta avvenendo da
diverso tempo.
L: Da quando
in qua l’Omnisciente ha bisogno di essere edotto da un comune mortale sugli
avvenimenti geopolitici?
D: Semplice.
Mi pare che tu in certe cose abbia le mani in pasta e ne capisca.
L: Adulatore!
Mi pare proprio il contrario, essendo fuori da ogni gioco.
D: Su, non
cercare di fregarmi. So bene come ti accolsero quando entrasti il primo giorno
in quella grande sala dove tenesti la relazione introduttiva.
L: Mi sfugge!
Delucidami un po’.
D: Non fare lo
gnorri! Sai benissimo che, quando varcasti l’ingresso, scattarono tutti in
piedi sull’attenti e poi seguì un grande fragoroso applauso.
L: Vero, mi
ricordo il fatto. Non però che fosse per me.
D: Dai, tu
infatti facesti, come una sfinge, una delle tue solite scene, dove spesso
neppure Io capisco subito se fingi o no. Ti mettesti in un angolo, come intento
a scoprire per chi fosse quell’accoglienza e chi stesse per entrare.
L: Vero! Sai
che certe accoglienze mi sono indigeste.
D: Infatti le
tue prime parole furono poi: “Non mi fate più un simile scherzo;
diversamente toglierò il disturbo, lasciandovi orfani e soli.”
D: Dimmi che ne
pensi degli attuali conflitti.
L: In effetti
non sono diversi conflitti, ma uno solo, giocato in zone diverse. Comunque su
ciò dovresti sentire i tuoi accoliti di Avvenire, che sanno tutto e il
contrario di tutto, con editoriali che spesso usano una logica talmente
degenerata che neppure le teorie sociali di Overton possono giustificare.
D: Ti dirò che
lo guardo poco. Pure a Me paiono molto arruffati.
L: Vedi, i
Bisonti sono quelli con il più alto Debito, non solo statale, ma pure
individuale e familiare. E, guarda caso, le grandi crisi sono sempre iniziate
nei loro centri finanziari. Nonostante tutto, vogliono comandare ovunque e per
questo sono i più odiati ovunque.
D: Dici?
L: Dico, dico!
Per capirci meglio lascia perdere per un attimo la storia della Foresta e
guarda a quella umana degli ultimi due secoli.
D: Beh, però
la Grande Depressione cominciò con il crollo della Borsa di Vienna.
L: In Europa
sì, ma ciò avvenne a maggio del 1873. E quando la situazione stagnava eccoti
oltreoceano, a settembre, il fallimento della Jay Cooke & Company, che
stravolse i mercati finanziari. Crisi che si protrasse per quasi 5 lustri.
Poi capitò nel
1929; e poi ancora nel 2008 con la Lehman Brothers. Cosa che, essendo ciclica,
tra non molto avverrà di nuovo. Non mi meraviglierei affatto se questa volta a
saltare fosse una Multinazionale, pur se difficile. E dopo queste crisi
finanziarie che avvenne? Le guerre!
D: Insomma, la
vedi un po’ buia.
L: Non direi.
Perché ho citato solo le maggiori crisi, seguite dai due conflitti mondiali.
La storia
insegna che dalle guerre loro ne han sempre tratto grandi profitti, anche
perché, tolta la Guerra civile, sono sempre state combattute lontano da loro.
Molti morti e grandi distruzioni non ne hanno mai avuti. Ciò grazie alla loro
posizione geografica, che finora li ha isolati geograficamente, quindi protetti.
Ovviamente, un conflitto nucleare cambierebbe tutto, non solo per loro, ma per
tutti.
D: Tornando
all’attualità e alla vita della Foresta, in estate ti ho visto scontrarti con
diversi strateghi, contestando le loro teorie come fallimentari. Tanto che
fosti accusato d’essere “filo…”.
L: Direi
normale dialettica. Poi, come sai, non le mando a dire. Dopotutto i fatti mi
stanno dando ragione.
D: Riparlami
di quella dettagliata elucubrazione che ribaltò i loro concetti strategici,
basata molto sulla Finestra di Overton.
L: Il discorso
è un po’ lungo e parte da molto lontano. Non dai tuoi primi figli, Adamo ed
Eva, ma poco ci manca. Ahahahhh.
I Bisonti sono
un coacervo di popoli, che per essere governato, avendo molteplici identità, ha
bisogno della democrazia dittatoriale, perciò manipolata. Proprio come è
avvenuto anche in Eurachia.
I governanti,
posti al comando, sono specchietti per le allodole, quindi per attrarre
consensi. Chi briga e dirige tutto è l’Economia con tutte le sue ramificazioni:
assetto sociale, consumi, risparmi e produzione. Tutto ruota attorno alla
produzione, che deve essere quindi smaltita nei consumi. Questi, secondo i
periodi, possono essere diversi, spingendo sui prodotti di consumo sociale o
militare.
D: Scusa, Leo,
mi vorresti dire che alla base c’è una programmazione meticolosa che sfugge
alla Democrazia vera, perciò al voto?
L: Proprio
così. Una volta gli animali lavoravano per mangiare, oggi, invece, per
spendere. Assioma: prima era lavorare per mangiare, ora guadagnare per
consumare.
D: E la
Finestra di Overton?
L: Questa
serve a far accettare al popolo quello che sarebbe normalmente inaccettabile.
Perciò è la scienza sociologica che manipola la massa: nei consumi, nelle
esigenze, nei costumi, nella morale, nelle degenerazioni, nelle … guerre, nel
votare. Cambia le necessità e la coscienza delle persone, perciò i Valori. Le
spinge in terreni su cui non si sarebbero mai avventurate prima, perché
ritenuti innaturali.
D: Fammi
alcuni esempi, Leo.
L: Bene! La
guerra è universamente dannosa all’esistenza dell’individuo, perciò è
eticamente inaccettabile. Per farla digerire al popolo, visto che poi è quello
che la combatte e per cui spesso muore, si mettono in campo diverse ragioni:
una volta era la difesa della religione e della patria, ora la difesa
dell’integrità territoriale e l’esportazione o la difesa della democrazia.
Perciò si conclama continuamente coi media nuove verità, che in effetti sono
falsità, come: liberare un popolo dalla dittatura, affermare che il “nemico” di
turno sta costruendo o possiede armi di distruzione di massa (chimiche,
virologiche o atomiche) e via dicendo. Supportando queste affermazioni con
documenti costruiti ad hoc, ma in effetti falsi.
Guardando le
“invasioni” degli ultimi decenni, specie se guidate e fatte dai Bisonti,
notiamo che le prove fotografiche satellitari di siti chimici o atomici del
presunto paese dittatoriale, mostrate a lungo sui media per giustificare
l’operazione militare, non hanno poi avuto alcun riscontro pratico nella
realtà.
Perché se
l’invasione è condotta dai Bisonti questa non è un’invasione, bensì
un’operazione militare per esportare democrazia, sostenere e liberare popoli
oppressi, e via dicendo. Che poi, a lungo andare, tutte queste “operazioni”
siano finite in sconfitte, disfatte o ritirate, conta poco, perché il popolo ha
memoria corta e viene bombardato mediaticamente con nuove verità costruite a
tavolino, che verità poi non sono, bensì falsità.
Poi abbiamo il
campo della coscienza e della morale, perciò il sociale. Qui si cerca di far
passare per naturale e come conquista da raggiungere quello che è innaturale,
sotto l’egida del progressismo e della libertà individuale da conquistare:
degenerazione e depravazione sessuale, uso e abuso di dopanti e stupefacenti,
diritti sociali slegati da ogni dovere. E via dicendo.
Infatti oggi
la gente che dice? Ho il diritto! Non dice mai: ho il dovere. Perché, come ben
sai, Buon Dio, non esiste un diritto senza un dovere.
D: Perché
prima dicesti “democrazia dittatoriale”?
L: Perché vi
sono due sistemi di governo di tipo democratico, considerato che il concetto di
democrazia si basa sul suffragio universale, quindi sul voto. Entrambi i
sistemi sono dittatoriali.
Quello
occidentale è un sistema democratico dittatoriale basato apparentemente sul
voto, che poi viene disatteso o manipolato nella realtà. Infatti vi sono stati
delle votazioni referendarie o programmatiche che poi sono state negate dai
poteri istituzionali, che han fatto l’opposto.
Quello
orientale è un sistema democratico autoreferenziale, dove il gruppo che è egemone
nel potere, si arroga il diritto di decidere per tutti.
Sono sistemi
politici che provengono da situazioni sociali, storiche e culturali diverse.
Non a caso il primo viene praticato a ovest e il secondo a est. In pratica il
quesito escatologico ha dato a est e a ovest risposte diverse, con la
conseguenza di generare anche religioni diverse. E, come sai, le guerre sono
sempre iniziate prima nelle sacrestie, poi negli stati.
D: Questo mi è
chiaro. Infatti, sin dai tempi antichi le guerre avevano matrice religiosa, più
guerre tra Dei che tra uomini. Anche se poi a combatterle erano gli uomini.
Ogni religione, anche quelle poi estintesi, hanno creato sistemi etici e
sociali diversi tra loro.
Riprendi la
situazione attuale delle guerre in corso.
L: Come dicevo
è un’unica guerra. Infatti vi sono due schieramenti: quello occidentale che può
contare su poco meno di un miliardo di persone, quello orientale che può
contare su diversi miliardi di persone. Il conteggio include anche i possibili
alleati dei due blocchi, più o meno politicamente schierati. Poi ci sono quelli
che per ora stanno alla finestra a guardare, spesso i Paesi del Terzo Mondo.
In pratica si
contrappongono due mondi: quello dell’opulenza e dei consumi e quello
dell’essenziale e, talora, della sopravvivenza.
Come è sempre
avvenuto sono poi sempre i pochi che vogliono comandare i molti.
D: Scendi alla
realtà, come facesti nella tua relazione.
L: Ok!
Limitiamoci al conflitto principale.
Il Bullo
energumeno combatte per procura, considerato che ciò è ormai riconosciuto
pubblicamente da tutti, compresi quelli che gli han dato il mandato di farlo.
La guerra sua,
ovviamente, era già persa al suo inizio e se non fosse stato per i Bisonti e i
loro alleati, che lo foraggiano d’armi, di soldi e tecnologia, si sarebbe
chiusa prima di iniziare. Sai benissimo che con quella terra ho contatti e le
notizie che mi han fatto pervenire sono in contrasto con quelle della
propaganda mediatica. È uno stato fallito finanziariamente da oltre un decennio,
ormai pieno di distruzione, invalidi, vedove e orfani e con milioni di emigrati
per sfuggire al conflitto. Se non avesse chiuso le frontiere ai maschi
maggiorenni (costretti al fronte), non avrebbe neppure un esercito, perché
sarebbero tutti emigrati. Per la serie: viva la libertà individuale e di
movimento.
La democrazia
là non esiste, essendoci una dittatura. Oltre ad essere lo stato più corrotto
di questo mondo.
Tuttavia, ciò
che interessava ai bisonti, non era difendere la democrazia (inesistente), ma
altre due cose: tastare la capacità dell’avversario e rafforzare la propria
economia a scapito di quella degli alleati e del nemico avversario.
Si è iniziato
con le vecchie armi datate su entrambi i fronti, considerato che per smaltirle
costa più che usarle. Poi, via via, si sono introdotte i nuovi armamenti,
sempre più sofisticati, anche se da entrambe le parti avverse ci si è guardati
bene dallo scoprire tutte le proprie potenzialità.
Il battage da
Finestra di Overton ha continuato a sfornare mendaci fesserie mediatiche sempre
più, accompagnate dalle continue sanzioni, che da parecchio hanno superato le
decine.
Stando a ciò
si è conclamato che il nemico sarebbe fallito entro pochi giorni, poi che
sarebbe restato senza armi, poi che con la controffensiva sarebbe stato
ricacciato e sconfitto, poi che sarebbe andato in violenta recessione e quindi
in bancarotta. E tante altre simili fesserie; mentre nella realtà le cose sono
andate ben diversamente e il nemico è più prospero di prima.
Ergo: ora si
comincia a parlare di trattative di pace, perché in pratica la guerra è persa:
nel campo militare e in quello politico/finanziario. Chi combatte per procura è
rimasto senza uomini, nonostante, anche se non ufficialmente, gli alleati abbiano
schierato alcuni battaglioni propri sotto mentite spoglie.
Chi ha avuto i
danni maggiori? Gli alleati dei Bisonti. Infatti sono rimasti senza materia
energetica a basso costo, sono andati in recessione, hanno tensioni sociali
all’interno, han perso buona parte del proprio mercato estero, i loro governi
che hanno iniziato a foraggiare la guerra sono passati, o passeranno a breve
alle opposizioni, hanno la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica
contraria alla guerra e han dovuto aumentare la spesa di riarmo a scapito della
spesa sociale.
I Bisonti,
invece, hanno aumentato il loro Debito sovrano, per gli enormi finanziamenti
atti a sostenere, militarmente e finanziariamente, il belligerante per procura.
Nello stesso tempo, però, hanno migliorato il loro commercio estero per la
vendita agli alleati di materia energetica, derrate ed armamenti, peggiorando
però i rapporti politici con molti altri stati.
Mentre,
l’avversario, ha consolidato e potenziato i rapporti economici e militari con
altri stati amici, oltre a riconvertire velocemente l’industria pesante in
armamenti militari.
Tutto ciò
indica già chi in effetti ha vinto la competizione e chi ha perso.
D: Ora che
avviene?
L: Quello che
è sempre avvenuto: si chiuderanno le ostilità, alcuni personaggi saranno
rimossi e per via diplomatica si farà quello che andava fatto prima di iniziare,
allora boicottata volutamente da alcuni.
A meno che,
per testardaggine non si faccia degenerare ulteriormente la situazione. Il
guerreggiare non cesserà, ma si sposterà su conflitti minori, come è sempre
avvenuto.
D: Domanda
indiscreta, Leo: cosa bolle nella tua pentola? Tempo fa mi parve di vedere dei
preparativi.
L: Attualmente
nulla. Infatti la cucina ora è spenta e le pentole tutte nella cassapanca. Farò
come Te, da … remoto.
D: Bene, hai
glissato, ma sei stato anche molto esaustivo. Ora ti lascio riposare. Tanti
auguri, Leo.
L: Ok. Auguri
pure a Te. E fatti coprire bene, per non beccarti un malanno subito dopo il
primo vagito.”
E mentre
Billyno, sulla sua poltrona, sognava beato sotto la copertina, Leone si girò sul
fianco e continuò a dormire.
Il futuro non
lo impensieriva affatto, perché, come diceva un tempo quando la situazione era
critica “Il massimo che possa capitare è di morire. Più di così
non si può.”