domenica 11 agosto 2013

X Agosto 2013.

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle …,
perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla.[1]
In buia notte alla Cascina mi accinsi festante
per mirar il lacrimante buio ciel d’ardenti luci.

Una stella improvvisa oltre Cassiopea balena,
luccicante nel fulgor della chiara e fresca notte.
Arde e cade! Per spengersi sulla costa del monte.
Desiderio balena, nel cuor, improvviso. Chissà!

Il Carro disegna il suo carico per la Lattea vicina,
parente discosta anni luce che paion istanti remoti;
mentre la tenue Polare balena nel buio pulsante,
mirando la piana che sfavilla con bagliori superba.

Le Pleiadi Vergilie sul Cillene ancora soggiornan,
con il loro aperto remoto ammasso di sette sorelle.
A Ovest uno sfavillante bagliore illumina la volta,
cadendo ardente e veloce verso il talamo del Sole.

L’essere mio tremola d’anni tra l’alpeggio d’altura,
mentre Gini col calice colmo canta beato e sonante.
Errabondi fragili esser mortali tutti noi siamo,
come stelle cadenti che in un attimo ardono in cielo.

Ad Est un altro astro brilla, illumina e cade rovente,
quasi planando tra le oscure braccia del grande noce.
Dovunque il guardo io giro, Immenso Dio, ti vedo:
Nell’opre tue t’ammiro, Ti riconosco in me![2] Grazie!



[1] - Giovanni Pascoli – X Agosto.
[2] - Pietro Trapassi (Metastasio) – Dovunque il guardo io giro.

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