venerdì 1 maggio 2015

Fuggevol tempo.


Fuggevol tempo insegue l’eterno a piccoli passi,
atti a render lunga la vita del navigante terreno;
con gioie e dolori scandisce il veloce suo inceder
rendendo l’ignoto futuro un perenne mistero.

Dalla cascina osservo appagato la placida piana,
ruotando or ora il guardo ai candidi monti,
volgendo la mente ai ricordi del tempo passato
vagando con maturo piacere nel tempo che fu.

Tu, tempo, che fai per correre sì tanto veloce,
che rendi improbo inseguirti al mortale?
Eppure astrazione del vasto eterno tu appari,
inesistente moto d’un’apparenza letale.

Tu pensi d’esser veloce; ma la mia mente ti batte,
correndo in passato e futuro senza barriere.
Tu arranchi scandendo sempre minuti e secondi,
nel susseguirsi d’un moto che statico è.

L’uomo minacci di morte tagliando ognora la vita,
a chi pavido teme il dolore e una misera fine.
Però non sai dire che c’è oltre sta breve vita,
non sai dire il perché tu esista incerto così.